Abbiamo sommato i punti dei primi 100 giocatori della classifica Atp divisi per nazionalità. L’Italia è davanti a tutti, al terzo posto la Spagna

18 novembre 2025 (modifica alle 21:33) – TORINO

L’età dell’oro del tennis italiano risiede nelle emozioni, in quella magica simbiosi tra i 13mila dell’Inalpi Arena e l’eroe atteso da una vita. E risiede nei numeri: freddi, razionali, inoppugnabili. Attorno a Jannik Sinner esiste un movimento di alto livello: la fortuna di avere un campione mai ammirato prima da queste parti va letta come il giusto premio al lavoro portato avanti dalla federazione, dai circoli e dai team privati nell’ultimo ventennio. Proprio all’indomani del trionfo bis di Torino, la classifica compilata dall’Atp pone l’Italia in cima al mondo. Utilizzando come parametro i punti accumulati dai giocatori presenti nella top 100 – una misura che tiene conto sia delle eccellenze sia della profondità del bacino dei professionisti – il nostro Paese raggiunge quota 23.732, sorpassando nell’ultima settimana gli Stati Uniti (23.074). A completare il podio, a distanza, la Spagna di Carlos Alcaraz (18.099). Seguono Francia (14.023) e, più staccate tra 7.631 e 7.019 punti, Argentina, Russia, Australia, Serbia, Canada e Germania. Il ranking di fine anno è il suggello di un 2025 da favola. Possiamo vantare uno dei “Big Two”, che senza la sospensione di tre mesi per il caso Clostebol avrebbe chiuso la stagione in testa (Alcaraz, avanti di 550 punti, ha giocato quattro tornei in più). E accogliamo un secondo azzurro tra i primi dieci al mondo: Lorenzo Musetti, capace di esibirsi sulla terra al livello dei primi 3-4. Non a caso a giugno il carrarino ha toccato la sesta posizione.

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Le Finals sono state decisive per superare il colosso americano: Jannik, con i 1.500 punti del successo, ha creato un solco di 7.365 lunghezze tra sé e Taylor Fritz, n.6 e primo statunitense; Lorenzo, con la prima qualificazione in carriera e i 200 punti della vittoria nel girone contro De Minaur, ha scalzato in ottava posizione Ben Shelton, n.9 e secondo statunitense. Certo, gli Usa – una delle storiche potenze dello sport della racchetta – piazzano ben 15 giocatori tra i primi 100 della classifica. Ma l’Italia, che conta meno di un quinto della loro popolazione, ne schiera nove, di cui quattro nella top 30. Quest’anno Flavio Cobolli e Luciano Darderi hanno raggiunto il loro best ranking: rispettivamente 17° (ora è 22°) e 26°. A proposito di Darderi, è emblematica la riflessione di Sinner di qualche giorno fa: «Possiamo permetterci di non convocare il numero 26 al mondo, che è Darderi, perché c’è Cobolli, c’è Musetti, ce ne sono tantissimi altri. E abbiamo una squadra di doppio incredibile (Bolelli/Vavassori, settima coppia mondiale, ndr)». Se Lorenzo Sonego ha concluso il tour in crescendo (39°) meritandosi la chiamata in Nazionale, l’ex top ten Matteo Berrettini è stato frenato dai guai fisici. Altrimenti lo avremmo ritrovato ben più su della 56ª posizione che occupa oggi. Completano il quadro Matteo Arnaldi 63°, atteso al riscatto dopo essersi issato al 30° posto nel 2024, Mattia Bellucci 74° e Luca Nardi 87°. Questi ultimi due hanno migliorato il proprio primato personale nel corso dell’anno (63° e 67° posto). Un altro dato colpisce: tolti i “veterani” Sonego e Berrettini, tutti gli altri hanno tra i 22 e i 24 anni. Il presente, ma anche il futuro è colorato d’azzurro. E le nuove leve si stanno facendo le ossa nei circuiti minori: Cinà (18 anni) e Vasamì (17) sono i più promettenti.

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Lorenzo Musetti of Italy  in action during the men's singles Round Robin match against  Carlos Alcaraz of Spain  at the ATP Finals in Turin, Italy, 13 November 2025. ANSA/Alessandro Di Marco

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La controprova di questa pluralità di protagonisti sta nella bacheca. Nell’ultima stagione i tennisti italiani hanno conquistato 11 titoli Atp. Sinner, naturalmente, si è portato a casa i trofei più prestigiosi: due Slam (Australian Open e Wimbledon), le Finals, il Masters 1000 di Parigi, oltre ai 500 di Pechino e Vienna. Ma brillano anche i tre tornei vinti da Darderi (i 250 di Marrakech, Bastad e Umago) e la doppietta di Cobolli (Amburgo 500, Bucarest 250). Per il 2026 è atteso il sigillo di Musetti, che quest’anno si è fermato tre volte in finale, nel 1000 di Montecarlo e nei 250 di Chengdu e Atene. Una postilla: finora abbiamo parlato dei maschi, ma nel pantheon del nostro tennis un posto in prima fila spetta a Jasmine Paolini, in grado di confermarsi tra le top ten per il secondo anno consecutivo.