Le Proxima 50 Team Edition sono le ruote più apprezzate dai professionisti che ne erano sponsorizzati. Parliamo del set ad alto profilo della Ursus, che da gennaio 2025 è al fianco del team olandese del World Tour Pic Nic-Post NL (sia maschile che femminile).

Al team olandese l’azienda italiana che ha confermato la sua sponsorizzazione anche per il 2026 da in uso tutta la famiglia di questo set in carbonio introdotto giusto all’inizio di quest’anno: oltre alle “50” ci sono infatti le 35, le 40 e le 60, dove il numero sta ad indicare l’altezza in millimetri del cerchio.

Il profilo attorno ai 50 millimetri è oggi il più usato in corsa. Anche per questo le Proxima “50” sono in genere le più usate dai professionisti – Foto Cycling Images

Ma per versatilità e caratteristiche tecniche (e aggiungiamo per quando veloci oggi sono le gare professionistiche) nel 2025 le “50” sono state le più gettonate dai corridori.

Ora, pur senza gambe da prof, con un paio di Proxima Team Edition 50 abbiamo avuto l’occasione di pedalare anche noi. Prima di dirvi come vanno, però, è essenziale darvi conto di come sono fatte.

Cerchi di concezione “moderna”

La famiglia Proxima team Edition eredita buona parte del bagaglio tecnico che Ursus ha maturato con le (apprezzate) ruote Miura: la differenza in questo caso è che tutti gli aspetti dimensionale e tecnici sono stati aggiornati, sostanzialmente per adeguarsi a quelli che sono i canoni, in rapida evoluzione, del mondo “road-race” dei nostri tempi, sempre più orientato a pneumatici a larga sezione.

Nei “tapponi” di montagna i prof preferiscono le “35” – Foto Cycling Image

Il canale del cerchio è in questo senso passato dai 21 millimetri ai 23 millimetri attuali, mentre la sezione ha un profilo leggermente “spanciato”, ovvero con una larghezza maggiore nella sezione mediana rispetto a quel che accade in corrispondenza della gola: questo consente di performare al meglio dal punto di vista aerodinamico, prerogativa che su questa famiglia di ruote aumenta quanto più il profilo del cerchio cresce (e che si fa rimarchevole soprattutto dalle “40” in su, naturalmente con il massimo beneficio aerodinamico sulle “60”).

Gijs Leemreize, alla Vuelta 2025, con un paio di velocissime”60″ – Foto Cycling Images

L’interfaccia è tubeless-ready con “dentino” di ritenzione, ma rispetto alle Miura qui dentino è stato “snellito” un po’, per approdare a una soluzione che rientra sempre nella famiglia delle ruote “hoooked” ma con caratteristiche mini.

Più nel dettaglio il dentino sul quale il tallone dello pneumatico tubeless si va a posizionare ha uno sviluppo di appena 0.8 millimetri rispetto ai 1.2 mm delle Miura (che rimangono comunque in gamma).

Il perché del mini-hook

Perché la scelta è ricaduta sul minihook? «Essenzialmente per un discorso di sicurezza – ci spiega il product-manager Ursus Marco Giacomin -. La riduzione dell’altezza del dente ci ha permesso tra l’altro di risparmiare peso, ma prima di tutto sappiamo che in caso di impatti violenti le pressioni sul cerchio possono salire molto. In questi casi un dente di ritenzione ti assicura più tenuta e un’adesione migliore della gomma con il fianco del cerchio».

Il “dentino” di ritenzione della gola misura appena 0.8 millimetri

Rispetto alle precedenti Miura non cambia invece il tipo di carbonio usato per dar forma al cerchio, nonostante la diversa forma che ha il profilo dello stesso, ha prodotto comunque un risparmio di peso tra queste nuove Proxima Team Edition e le Miura, risparmio che ovviamente varia in funzione di quale profilo si va a considerare. In ogni caso, il “delta” massimo che si registra tra le due famiglie è di ben 175 grammi per la coppia.

Osservato in sezione, infatti, il cerchio ha un profilo più “spanciato” di quel che accadeva prima, questo per ottimizzare una resa aerodinamica “certificata” da test svolti nella galleria del vento di Silverstone.

Un design simile consente ancora una volta di interfacciarsi al meglio con gli pneumatici di sezione “moderna”: «Sulle Proxima team Edition si può montare dalla sezione 25 in poi – spiega Giacomin – ma diciamo che qui la misura che performa al meglio a livello aerodinamico è la 28, 29 millimetri, come in effetti accade per la squadra, che usa quasi sempre dei Vittoria Corsa pro da 29 millimetri».

Mozzi e scorrimenti

La novità della famiglia Proxima è anche quella che riguarda i ruotismi: diversamente che in passato, quando una soluzione del genere era solo opzionale, ora tutte le ruote della famiglia prevedono scorrimenti ceramici.

Corpo mozzo in alluminio in ergal: le falde ingaggiano 24 raggi in acciaio a testa dritta

Nel dettaglio, i mozzi con corpo in alluminio 7075 e tecnologia proprietaria U-RS Xeramik alloggiano appunto cuscinetti con sfere ceramiche sviluppati su specifica per questo corpo mozzo: i ruotismi hanno doppia tenuta esterna, per proteggere e preservare nel tempo le caratteristiche di scorrevolezza ed hanno inoltre un diametro esterno di 28 millimetri: «È un po’ di più di quel che succede su altre ruote con cuscinetti ceramici che magari per questo pesano un po’ di meno delle nostre. Noi preferiamo queste dimensioni, perché la durata degli scorrimenti è molto maggiore e la frequenza della manutenzione si allunga moltissimo».

I cuscinetti sono alloggiati su dei mozzi RD52, che possiamo definire il cavallo di battaglia di Ursus (ovvero azienda che produce soprattutto mozzi), ma che in questa aggiornata versione impiegata sulla famiglia Proxima è riuscita a migliorare le qualità meccaniche: «Il mozzo è stato aggiornato sia dal punto di vista aerodinamico, sia dal punto di vista della rigidità torsionale».

Foto Cycling Images

A beneficiarne, quindi, è stata la rigidità generale dell’intero set, oltre a un guadagno nella penetrazione all’aria, come dimostrato dai test in galleria svolti da Ursus:

«Già a 48 km/h c’è un guadagno fino a 2 watt usando le Proxima rispetto alle Miura TC, considerando lo stesso profilo del cerchio e usando le stesse coperture e condizioni del test».

Ingaggio trasmissione

Tappi e corpetto del mozzo posteriore si svitano velocemente e facilmente a mano. L’ingaggio trasmissione avviene con l’architettura “classica” della ruota libera su tre cricchetti: questi ultimi ingaggiano su una impronta a 30 denti, tali da generare un angolo di “presa” della trasmissione di 12 gradi e ridurre comunque al minimo le resistenze quando la ruota libera è svincolata dalla trasmissione.

La raggiata

L’architettura e la forma delle flange dei mozzi è sviluppata per lavorare in sinergia sia con lo schema di raggiata, sia – e soprattutto – con la testa dritta raggi. Questi ultimi sono in acciaio, dei Sapim CX con profilo ellittico e tecnologia di bloccaggio sul nippple Secure-Lock.

I nippli sono esterni, perché negli intenti di Ursus questa è la soluzione migliore sia per ottimizzare la facilità di montaggio dal punto di vista produttivo, sia per agevolare l’utente nel caso di eventuali interventi di centratura.

La tensione di raggiata è molto simile per tutti i quattro profili della famiglia Proxima Team Edition.

Quanto costano?

Tutti i quattro profili disponibili della famiglia Proxima Team Edition hanno la stessa gola da 23 millimetri; la larghezza massima del cerchio è di 30 millimetri per la “40”, “50” e “60” e di 29 millimetri per la versione “35”, che naturalmente è la più leggera di tutta la famiglia (1350 grammi al paio).

Le ruote sono disponibili con corpetto XDR, Shimano 11/12v e Campagnolo N3W (sia strada che gravel).

Il prezzo in tutti i casi è di 1.750 euro la coppia, da considerare molto interessante rispetto a ciò che altri marchi del segmento ruote riescono oggi ad offrire considerando lo stesso “bagaglio tecnologico” di queste Proxima.

Le nostre impressioni

Abbiamo usato le Proxima 50 Team Edition su una TCR Advanced SL, la “leggerissima” di Casa Giant.

Le gomme montate? Delle Cadex Aero Cotton da 28 millimetri nominali, delle tubeless ready sviluppate per performare al meglio con cerchi tubeless ready senza uncino, ma che a quanto pare si sono rilevate ottimali anche con questo set.

Ce lo conferma prima di tutto l’adesione dei fianchi copertura con il fianco del cerchio, che ha prodotto una buona continuità tra le parti e ha sviluppato 28 di sezione gomma reale (a una pressione di 4.2 posteriore e 4.0 anteriore).

A nostro avviso parlare di feeling e di impressioni per una ruota di questo rango, questa tipologia “alto profilo” e soprattutto questa destinazione race, impone velocità e condizioni d’uso “cattive”, come quelle che possono fare al caso dell’agonismo e aggiungiamo agonismo di alto livello come è quello dei professionisti.

Non è un caso che questo da 50 millimetri sia il profilo più apprezzato in corsa dei quattro disponibili da parte dei prof della Picnic PostNL: sicuramente è quello che più riesce ad adattarsi alla grande varietà di percorsi che si possono trovare in corsa e soprattutto alle condizioni sempre più votate al connubio velocità/aerodinamica che domina il ciclismo World Tour dei nostri tempi.

Queste Proxima team Edition (e in particolare crediamo soprattutto queste “50” che abbiamo provato noi), sono ruote che iniziano a performare in modo sensibile ad “alti regimi”, ovvero in condizioni in cui si superano i 40, 45 km/h di velocità o ancora meglio quando a ritmi sostenuti si procede in gruppo. Sono queste le situazioni in cui apprezzi in modo evidente la loro spiccata scorrevolezza, la grande aerodinamica generale unite a quella piacevole sensazione di fluidità che ti danno gli scorrimenti ceramici.

Tutto questo, ovviamente, al netto di quelle piccole/grandi attenzioni in più che non può non esigere un profilo da 50 millimetri in situazioni di forte vento laterale, frangenti in cui le superfici esposte impongono quella padronanza di guida minima che in genere non manca a chi il ciclismo su strada lo interpreta con piglio prettamente agonistico.

In merito alla rigidità e alla “risposta” percepita allo scatto: la reazione agli scatti e alle accelerazioni violente è preciso, puntuale ed esatto, così come piuttosto “secco” è il feeling quando si transita su buche o sconnessioni.

Anche qui si tratta di caratteristiche che fanno perfettamente al caso di una ruota da strada race, con “robusto” profilo da 50 millimetri.

Le nostre conclusioni
Le decal (adesive) bianche donano al set una connotazione molto race, esattamente nello spirito di questo set

Per concludere: come spieghiamo nel video, crediamo che nel ricco e variegato panorama di ruote attuali, questa di Ursus sia ruota che spicca soprattutto per la sua capacità di mediare le migliori caratteristiche adatte per praticare ciclismo ad alto livello, farlo con modernità di soluzioni tecniche, fruibilità di manutenzione e soprattutto con un prezzo accessibile.

Ricordiamo infatti, che stiamo parlando di una ruota di livello World Tour, ambito nel quale non è affatto facile trovare una ruota ben al di sotto dei  duemila euro come è questa.

Le caratteristiche di facile manutenzione, la eventuale registrazione facile dei raggi e non da ultimo i cuscinetti ceramici con diametro oversize (che rispetto a quelli più compatti pesano un poco di più ma durano più a lungo) rendono questo set ideale per il professionista e anche per l’amatore (agonista) esigente, che vuole qualità, prestazioni e funzionalità, ma senza dover per questo doverci spendere un capitale.

Ulteriori informazioni: Ursus