Il governo di Amsterdam ha revocato la «confisca» dell’azienda produttrice di semiconduttori: le ritorsioni di Pechino avevano minacciato la continuità produttiva del settore auto

L’Olanda cede alla Cina e innesta la retromarcia sulla «confisca» dell’azienda produttrice di chip Nexperia. Il ministro dell’Economia, Vincent Karremans, ha annunciato su X che Amsterdam restituirà il controllo su Nexperia al gruppo cinese Wingtech. Karremans ha definito la decisione «un segnale di buona volontà» per evitare al settore auto problemi di approvvigionamento di semiconduttori. La resa olandese dimostra però anche il potere negoziale della Cina che è ormai diventata un anello indispensabile di molte filiere produttive. E che non esita a far valere questo suo peso al tavolo dei negoziati internazionali.

Le origini dello scontro

Lo scontro su Nexperia trae origine dalla decisione del governo olandese di invocare una legge risalente alla Guerra Fredda per prendere il controllo di Nexperia, sottraendolo alla cinese Wingtech. Nel motivare la «confisca», Amsterdam aveva citato esigenze di sicurezza nazionale, lamentando «gravi carenze di governance» e «rischi di trasferimento tecnologico». La mossa ha suscitato la dura reazione di Pechino, secondo cui la misura discriminava un’azienda cinese. Come ritorsione, perciò, il governo di Xi Jinping aveva bloccato l’esportazione di componenti dall’impianto di Nexperia a Guangdong che, di fatto, non ha più risposto per oltre due mesi alle direttive della casa-madre olandese.



















































I timori dell’auto

La reazione di Pechino ha creato gravi rallentamenti alla produzione olandese di Nexperia che dipende dall’impianto di Guangdong per la trasformazione dei wafer di silicio in chip. La crisi fra Amsterdam e Pechino ha così generato un allarme nel settore auto, preoccupata di subire una nuova crisi dei semiconduttori dopo quella del 2022. Pur non producendo semiconduttori avanzati, infatti, Nexperia è un fornitore importante per molti costruttori fra cui Volkswagen e Stellantis che dipendono dai chip del gruppo sino-olandese per la fabbricazione di componenti come airbag e finestrini. 

Il monito cinese

Dinanzi a questo pericolo, alla fine Amsterdam ha preferito cedere a Pechino, ritornando sui suoi passi. Non è chiaro al momento se si tratti di una resa totale oppure se il governo olandese abbia almeno ottenuto qualche rassicurazione in ordine alla gestione di Nexperia da parte di Wingtech. Il dietrofront rappresenta però un monito per gli altri governi europei – Italia compresa – che, sotto pressione di Donald Trump, stanno tentando di ridurre la presa azionaria e produttiva di Pechino su alcune filiere strategiche

19 novembre 2025 ( modifica il 19 novembre 2025 | 11:25)