Articolo e intervista di Chiara Franchi

Christophe Szpajdel è senza dubbio uno degli artisti che hanno definito l’estetica metal negli ultimi trent’anni. Le sue opere vi sono certamente passate sotto gli occhi innumerevoli volte, forse senza che nemmeno ve ne rendeste conto.
Pensate soltanto a quante volte avete visto qualcuno con addosso una t-shirt degli Emperor: quelle sette lettere affilate e ricurve come uncini, simili a ferite che si trasformano in volute gotiche, portano la sua firma.

Quello della leggendaria band black metal è però solo uno dei tantissimi loghi che Christophe Szpajdel ha disegnato nel corso della sua lunga carriera. La lista degli artisti con cui ha lavorato è impressionante: Metallica, Dimmu Borgir, Wolves In The Throne Room, Abigail Williams, Foo Fighters, i ‘nostri’ Fleshgod Apocalypse e perfino Rihanna, per la quale ha creato un sorprendente logo death metal che è finito sui maxi schermi dei Video Music Awards 2016.
Nato in Belgio da genitori polacchi nel 1970, Christophe Szpajdel ha coltivato fin da giovanissimo il suo talento per il disegno e, soprattutto, la grande passione per il lettering.
La sua creatività dirompente e un tratto originalissimo gli hanno permesso di affermarsi in un settore che, negli anni Novanta, era ancora tutto da esplorare, sul quale Szpajdel si è imposto con uno stile al tempo stesso versatile e immediatamente riconoscibile. Non sorprende, dunque, che si sia guadagnato l’appellativo di ‘Lord Of The Logos’.

A fine mese, Christophe Szpajdel sarà a Venezia per ricevere il premio Poseidon Arte e Laguna alla Scuola di San Teodoro. Contestualmente, il Garage Club di San Donà di Piave ospiterà ‘Lord of the Logos: Venezia’, una mostra dei suoi lavori che includerà alcuni dei suoi pezzi più significativi e nuove creazioni realizzate appositamente per l’occasione.
L’esposizione aprirà il prossimo venerdì 28 novembre e chiuderà domenica 30, giornata in cui Szpajdel in persona sarà presente con un talk e una sessione di live sketching.

Abbiamo colto l’occasione per raggiungere il Signore dei Loghi al telefono, per parlare del suo lavoro e dei suoi imminenti appuntamenti veneziani.

SEI IL SIGNORE DEI LOGHI METAL, MA COME NASCE LA TUA PASSIONE PER QUESTA MUSICA?
– Ho iniziato ad ascoltare metal dalla metà degli anni Ottanta. Mi ricordo che ero ossessionato dai Necrodeath, dopo aver ascoltato la loro demo del 1984. Nel 1987 ho comprato “Into The Macabre”, il loro primo album, da Nightmare Records: ho infilato l’equivalente di ventimila lire in una busta, sperando che le poste non li perdessero o non li rubassero. Era molto diverso da oggi, non c’era roba come Apple Music o lo streaming. Alla fine l’album arrivò, ma aveva la copertina danneggiata.

QUANDO HAI CAPITO CHE I TUOI GUSTI MUSICALI POTEVANO ESPRIMERSI ATTRAVERSO LE ARTI VISIVE? E PERCHÈ PROPRIO I LOGHI?
– Sono sempre stato interessato al lettering e mi ci sono cimentato fin da quando ho visto i primi loghi delle band. Tutti gli altri disegnavano: conoscevo tante persone che illustravano copertine; io volevo fare qualcosa di diverso, che nessun altro faceva.
Ricordo che nel 1987 ho creato un logo con la scritta ‘Necrosadist’, ispirato alla canzone dei Necrodeath con lo stesso titolo.

QUALI TECNICHE PREDILGI?
– Uso molto la matita. Parto sempre con tanti sketch a matita e prima di procedere chiedo ai clienti di scegliere quali preferiscono. Ho provato ad usare degli strumenti digitali, ma è stato un disastro!
Ultimamente ho iniziato ad affidarmi ad alcuni graphic designer per queste cose e sono molto soddisfatto dei risultati. Per esempio, ho lavorato con un designer noto come Echo Graphic e abbiamo fatto cose molto belle per un artista afro-tech che si chiama Remen.

COSA NE PESI DELL’UTILIZZO DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE NELL’ARTE?
– Credo sia fantastica per sviluppare idee, per iniziare a dare corpo ad una visione. Apprezzo quando i clienti mi mandano spunti creati con l’IA, perché facilita davvero molto il lavoro e lo rende più veloce. Non è così raro sentirmi dire dai committenti che i miei bozzetti sono tutti fantastici, ma che nessuno coglie esattamente la loro visione: in questo l’IA è molto utile, perché aiuta a comunicare efficacemente la propria prospettiva unica. È come attraversare l’Atlantico in due ore invece che in un mese!
Però l’IA è solo uno strumento. Direi che l’intelligenza artificiale è un po’ come il denaro: ottimo servo, pessimo padrone.
Ma più che dall’IA, i problemi in questo lavoro li danno le persone.

AD ESEMPIO?
– Capita molto spesso che la gente non controlli i messaggi; né la posta, né Messenger. O che non controlli la sezione ‘richieste’, o lo spam – forse una persona su cento apre quelle caselle. A volte ricevo risposte a messaggi vecchi di dieci anni. Una volta una persona mi ha risposto su Messenger dopo diciotto anni, dicendomi che mi ringraziava per gli sketch ma che non erano quello che cercava.
Oppure succede che, dopo aver rifiutato i miei schizzi, i clienti si rivolgano a grafici del Sud-Est asiatico pagandoli pochissimo, magari mandando loro i miei bozzetti come spunto. E poi ci sono programmi come Photoshop, che permettono di modificare un’immagine anche partendo da una bozza molto, molto approssimativa.
Queste persone, comunque, ci rimettono il 50% di caparra che chiedo per i miei loghi…

DA QUELLO CHE RACCONTI, SEMBRA CHE PER TE IL LETTERING NASCA DAL CONCEPT
– Concept e lettering vengono insieme, già dai primi sketch. Il concetto e il lettering sono connessi, le lettere sono già dentro il concept.

C’È  UN LOGO DEL QUALE SEI PARTICOLARMENTE ORGOGLIOSO?
– Quello degli Emperor, che ho disegnato nel 1991 e che è stato il mio primo lavoro davvero importante. “In The Nigthside Eclipse” era uno degli album più attesi del 1994, ma oggi gli Emperor sono un riferimento assoluto per la scena metal.
Sono molto fiero anche dei lavori realizzati per i Wolves In The Throne Room. Per loro ho creato due loghi: quello ‘classico’ e uno che è stato utilizzato esclusivamente per una tiratura limitata di merchandise. Il primo è il risultato di una mediazione con la band; il secondo coincide invece con il mio concept originario, quello che rappresenta più da vicino la mia visione iniziale.
Si tratta di un logo sviluppato in verticale, pensato per incanalare l’epicità che percepisco nella loro musica. Volevo che restituisse una sensazione di ‘monoliticità’, e in questo l’architettura mi è stata d’ispirazione: in particolare la Boston Avenue Episcopal Methodist Church di Tulsa, un imponente edificio art déco sormontato da una torre monumentale. Le sue linee geometriche mi hanno guidato nella creazione di un logo maestoso, arricchito da quattro teste di lupo. È uno dei pezzi che desidero assolutamente esporre alla mostra.”

COSA POSSIAMO ASPETTARCI DA “LORD OF THE LOGOS: VENEZIA”?
– Proporrò una sessantina di opere. Ci sarà una selezione dei miei loghi storici e una serie di lavori inediti, creati apposta per l’occasione. Sarà possibile vedere alcuni degli sketch preparati apposta per il locale, specificamente per questa occasione. Ho realizzato anche un logo per la mostra, che richiama la forma di una gondola: volevo che il riferimento a Venezia fosse chiaro! È la prima volta che visito questa città e ne sono molto felice.

TORNANDO ALLA MUSICA, QUAL È IL GENERE MUSICALE CHE TI ISPIRA DI PIÙ? COSA TI PIACE ASCOLTARE?
– Ascolto davvero tantissima musica. Mi piacciono anche molte band italiane: c’è un gruppo death che ascolto molto ultimamente, i Miasmic Serum, ma anche In Tormentata Quiete, Common Grave, Malvento. I Necrodeath hanno avuto un impatto enorme su di me.
Restando nel metal, apprezzo molto Wolves In The Throne Room, Sveroth, Marduk… Ascolto anche musica con influenze folk, come Villagers Of Ioannina City, Sangre Cavallum, Ordo Rosarius Equilibrio. E adoro la musica con una vena ambient, come Ars Diavoli o Before The Rain. Non so se lo conosci, ma mi piace parecchio anche Ghostemane.
Ma sono ispirato anche da cose lontane dal metal, come l’artista greco Tasos Halkias o Remen, di cui ti parlavo prima.

La mostra LORD OF THE LOGOS: VENEZIA aprirà al Garage Club Baladin di San Donà di Piave(VE) venerdì 28 novembre e chiuderà la sera di domenica 30.
Sempre domenica 30, dalle ore 18:00, Christophe Szpajdel sarà presente per un talk e una sessione di live sketching. Sarà inoltre possibile fargli domande, chiedere autografi e acquistare merchandise.
L’evento è organizzato in collaborazione con 1911 Collective e Bloop Events.
Ingresso grauito.

LORD OF THE LOGOS: VENEZIA
Incontro con Christophe Szpajdel: domenica 30 novembre, dalle 18:00
Mostra “Lord Of The Logos: Venezia” aperta da venerdì 27 a domenica 30 novembre
@Garage Club Baladin
Via XIII Martiri, 52 – San Donà di Piave (VE)
INGRESSO GRAUITO
Info e prenotazioni: 340 869 9917
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