Sono nero su bianco le nuove linee guida sulla prominence per i servizi di media audiovisivi e radiofonici di interesse generale, ovvero quelle regole che consentono alle tv e radio di essere visibili e facilmente accessibili nelle smart tv e negli altri dispositivi connessi. L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha infatti pubblicato la delibera 250/25/Cons che rivede le linee guida precedenti con alcune novità.

Si attua così l’articolo 29 del Testo unico dei servizi di media audiovisivi (Tusma), che impone di garantire adeguato rilievo ai Servizi di interesse generale su qualsiasi strumento di ricezione o piattaforma. L’obiettivo è «assicurare alla più ampia utenza possibile il pluralismo, la libertà di espressione, la diversità culturale e l’effettività dell’informazione».

Smart tv: una striscia dedicata con icone

Sui televisori connessi (anche attraverso decoder), ci dovrà essere una porzione di spazio dedicata nella home page: una striscia o riga di icone in cui si trova quella che rimanda al digitale terrestre (già prevista da una precedente delibera), le singole icone delle applicazioni dei principali editori nazionali (Rai, Mediaset ecc.), un’applicazione aggregatrice per le app delle tv locali, una per quelle delle altre tv nazionali e, infine, una per le app delle radio. Si parla quindi dell’offerta online di questi soggetti gratuita.

Gli aggregatori intermediari

Con la nuova versione si introduce la figura degli «aggregatori intermediari» che sono responsabili delle tre applicazioni aggregatrici viste prima. Le app non devono essere obbligatoriamente preinstallate, ma le loro icone devono essere immediatamente visibili nella striscia dedicata.

Anche sui dispositivi già sul mercato

Contrariamente a quanto filtrato in precedenza, le misure si applicano anche ai dispositivi già immessi sul mercato «che risultano ancora presenti nelle catene di produzione o di manutenzione e di aggiornamento del software».

I servizi di interesse generale

Alla base di tutto questo c’è la definizione di servizio di interesse generale, Sig: le linee guida, infatti, garantiscono la prominence a questi soggetti. Fra i Sig saranno riconosciuti tutti i canali Rai e l’offerta online, le emittenti nazionali e locali che soddisfano specifici requisiti legati all’informazione e alla programmazione e la totalità dei servizi radiofonici in broadcasting (Am, Fm, Dab+).

Novità per le radio

Proprio sulle radio, che sono Sig per definizione, ci sono una serie di novità: la prominence dovrà essere garantita, oltre che su autoradio e sistemi di in-car infotainment, anche sulle radio domestiche e portatili purché dotate di una home page di navigazione, mentre si conferma che sono esclusi smart speaker, smartphone, tablet e personal computer. Sui dispositivi compresi dalle linee guida dovrà essere previsto un unico punto di accesso, un’icona, ai servizi radiofonici. In via opzionale, possono essere aggiunti un comando vocale o un tasto meccanico.

Web tv e web radio escluse

Escluse dai Sig, almeno in questa prima fase di applicazione, le web tv e le web radio offerte esclusivamente online. Le misure entrano in vigore 12 mesi dopo la pubblicazione della lista dei Sig da parte dell’Agcom, tranne per quanto riguarda le radio: essendo automaticamente incluse nei Sig, basteranno i 12 mesi dalla pubblicazione della delibera.

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