“I diritti televisivi, oltre 900 milioni di euro l’anno solo per la serie A, rappresentano oggi la spina dorsale del sistema calcio”, dice Stefano Azzi

“Il calcio nasce popolare nel cuore dei tifosi, mentre il suo valore premium è definito dalle leghe. Il digitale in chiaro e l’innovazione stanno aprendo nuovi spazi di accesso e visione”. Lo ha affermato il ceo di Dazn Italia, Stefano Azzi, intervenuto oggi al Social Football Summit 2025, che ha riconosciuto la piattaforma come ‘Media Broadcaster of the Year’ per il contributo all’innovazione e allo sviluppo del mercato audiovisivo sportivo.

Azzi, ha ricostruito l’evoluzione economica del calcio italiano e spiegato perché il dibattito tra ‘gratis’ e ‘premium’ resta cruciale per la sostenibilità del sistema, soffermandosi su valore industriale, innovazione tecnologica e lotta alla pirateria digitale.

“I diritti televisivi, oltre 900 milioni di euro l’anno solo per la serie A, rappresentano oggi la spina dorsale del sistema calcio – ha aggiunto -. La nostra sfida è trovare il giusto equilibrio, e sfruttare tutte le possibilità che la tecnologia può offrirci, per rendere il prodotto calcio sempre più avvincente”.

“Per arrivare a un ricavo di 900 milioni con la sola pubblicità – ha osservato – servirebbe raccogliere oltre quindici volte il valore della pubblicità programmata al Festival di Sanremo su un’audience paragonabile, e con una continuità spalmata su nove mesi. Assumendo che ci siano aziende con tale capacità e benefici dal farlo. Allora la domanda vera diventa: perché il calcio visto in tv dovrebbe essere gratuito, quando quello vissuto allo stadio, con biglietti e merchandising, è giustamente a pagamento? Gli sport che vanno, o sono andati, completamente in chiaro e gratuitamente hanno un valore di mercato di 40-60 milioni, non 900 milioni. È evidente che un simile equilibrio economico non sarebbe possibile”.