PADOVA – Trentuno anni, tuttofare di una società di pallavolo del Padovano e accusato di violenza sessuale aggravata nei confronti di un atleta all’epoca dei fatti 17enne. Un’accusa dalla quale l’uomo deve difendersi nel processo che lo vede imputato di fronte al tribunale Collegiale. Ieri (19 novembre) l’ennesima udienza del dibattimento ha visto tra i testimoni il padre della vittima: ai giudici ha raccontato che dopo gli episodi il figlio ha subito diverse crisi ed è stato in difficoltà sia negli studi sia in ambito sportivo. L’udienza è stata poi chiusa e rinviata alla primavera quando, secondo il calendario dei giudici, si chiuderà il dibattimento.
Le accuse
Il perno delle accuse sono quattro episodi racchiusi in un arco temporale di pochi mesi, dalla primavera al 22 luglio 2022, quando – secondo la ricostruzione sostenuta in aula dalla procura – il 31enne avrebbe abusato del giovane giocatore di pallavolo. A far nascere l’indagine era stata la telefonata della vittima al Telefono azzurro, nella quale aveva raccontato degli abusi subiti dal factotum della società di volley per la quale giocava. Una confessione che nell’ottobre 2022 era stata messa nero su bianco in una denuncia ai carabinieri, che a loro volta avevano trasmesso gli atti al quarto piano del palazzo di Giustizia. In meno di un anno di indagini, attraverso l’ascolto di alcuni testimoni e l’acquisizione delle chat Whatsapp e del materiale informatico, gli inquirenti erano riusciti a ricostruire nei dettagli quanto già raccontato dal 17enne al servizio di ascolto per i minorenni e, poi, alle forze dell’ordine.