Non è la prima volta che lo spagnolo si ferma per problemi muscolari: rinunciò agli Australian Open a gennaio 2023 e quest’anno ha saltato Madrid

20 novembre – 07:43 – BOLOGNA

Carlos Alcaraz avrebbe voluto provare fino all’ultimo a scendere in campo per difendere i colori della Spagna, ma il suo staff gliel’ha fortemente sconsigliato. La risonanza magnetica effettuata lunedì, al suo arrivo a Bologna, ha evidenziato un edema, e non il semplice sovraccarico sperato. Serve tempo per far assorbire il liquido e serve, soprattutto, riposo per evitare complicazioni. Troppo ravvicinato il quarto di finale contro la Repubblica Ceca, in programma domani, così come l’eventuale semifinale. Così Carlos ha dovuto rinviare al prossimo anno il sogno di conquistare la Coppa Davis ed è tornato a casa, nella sua Murcia. Il programma, a questo punto, prevede una pausa dal tennis fino a inizio dicembre, poi la partenza per gli Stati Uniti dove sono confermate le due partite di esibizione: il 7 dicembre nel New Jersey contro Tiafoe, il giorno dopo a Miami con Fonseca. Quindi rientro in Spagna, meno di un mese di preparazione e, il 7 gennaio, la partenza per Seul, dove il 10 affronterà Sinner in amichevole. 

recidiva—  

Non è il primo guaio fisico per Alcaraz in carriera: addominali, caviglie, schiena, e soprattutto la stessa zona che gli ha creato problemi durante le Finals. A Torino ha gestito il fastidio con la prevenzione (prima degli allenamenti indossava le fasce BFR per ridurre temporaneamente il flusso sanguigno), ma nella finale, nel tentativo di rispondere al servizio di Jannik, il dolore si è riacutizzato rendendo necessario l’intervento del fisioterapista. Si tratta, nello specifico, dei muscoli ischiocrurali della gamba destra: il bicipite femorale, il semitendinoso e il semimembranoso. A gennaio 2023, le noie muscolari alla coscia causarono il forfeit all’Australian Open e non pochi disagi nei mesi successivi: a Wimbledon si presentò con una fasciatura compressiva, ma poi vinse il torneo. Quest’anno, in primavera, ha dovuto rinunciare al Masters 1000 di Madrid per un problema simile all’adduttore destro e al bicipite femorale sinistro, emerso durante la finale di Barcellona persa contro Rune. “Bisogna ascoltare il proprio corpo”, disse in quell’occasione. 

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gioco dispendioso—  

Lo spagnolo chiede molto al proprio fisico. Dotato di un talento tennistico sovrannaturale, abbina un atletismo impareggiabile che gli consente di coprire il campo come pochi altri, di “scivolare” anche sul duro e di compiere recuperi che molti giocatori non immaginerebbero nemmeno: scatti, allungamenti, finanche contorsioni sono la cifra del suo tennis. Il segreto sta nel non pretendere troppo, da qui l’importanza del “Bisogna ascoltare il proprio corpo”. L’entourage guidato dal coach Ferrero punta a mantenerlo integro a lungo, considerando che ha soltanto 22 anni. I professionisti che si occupano più specificamente della sua condizione sono il preparatore atletico Alberto Lledó, il fisioterapista Juanjo Moreno (“il miglior fisio al mondo”, ha detto recentemente Carlos) e il medico Juanjo López. Sono loro che al, al primo campanello d’allarme, impongono lo stop, frenando la smania competitiva del numero 1 al mondo.