Se è vero che il comportamento parasociale si nota soprattutto via social, non significa che sia un atteggiamento completamente nuovo e figlio dei tempi. L’ossessione per la vita dei personaggi pubblici, in particolare quelli legati all’ambito artistico, cinematografico e musicale, viaggia di pari passo con lo sviluppo della figura delle celebrità: idealizzate, messe su un piedistallo e, in qualche modo, rese un feticcio della nostra capacità di provare empatia. Basti pensare alla nascita dei primi giornali di gossip, che tra l’Ottocento e il Novecento fioriscono a Londra, e l’interesse che da allora fino a oggi si diffonde verso personaggi dell’aristocrazia e intellettuali, che negli Anni ’50 vira verso le star di Hollywood e, oggi, riguarda soprattutto artisti o content creator. Cambiano i ruoli e i mezzi di comunicazione, ma non cambia il nostro interesse per queste figure.

Secondo un articolo accademico dell’australiana Deakin University: «La nostra ossessione e il nostro interesse per le celebrità sono guidati dal nostro istinto umano di “seguire” o “ammirare” una figura autoritaria.  Ciò che le celebrità hanno fatto è stato sostituire figure autoritarie come re e regine o leader religiosi». In altre parole, guardiamo agli artisti come a esempi aspirazionali per migliorare la nostra stessa vita, così facendo, attraverso social e media, ci interessiamo profondamente alla loro vita, finendo per sentirci legati a loro, anche se non li abbiamo mai incontrati. Oggi potrebbe essere un fenomeno più spiccato, proprio per via delle opinioni messe nero su bianco via social. Questo legame parasociale è così diventata la nostra più sincera manifestazione di appartenenza. Conclude l’analisi della Deakin University: «La condizione umana si basa sulle relazioni. Osservare il modo in cui gli altri instaurano relazioni ci aiuta a capire come dovrebbero essere le nostre. Tuttavia, questo ci impedisce di accedere alla complessità, ai conflitti e alla tristezza che ne conseguono». È comodo dimenticarci delle nostre relazioni umane se siamo concentrati su quella di Taylor Swift (o chi per lei).