Due motociclette che attraversano l’entroterra australiano. Chris Hemsworth e suo padre Craig hanno deciso di mettersi in viaggio insieme e percorrere più di 300 chilometri per tornare nei luoghi che hanno segnato la vita di Craig. Il vero traguardo che vorrebbero raggiungere è quello di riuscire a rallentare l’avanzare dell’Alzheimer, una diagnosi recente, ma che già sta iniziando a intaccare i ricordi di Craig. A raccontare questa esperienza è il documentario Chris Hemsworth: A Roadtrip to Remember, in onda su National Geographic dal 23 novembre.
L’équipe che segue il padre di Chris (che a sua volta un rischio maggiore di ammalarsi di questa patologia neurodegenerativa per via della presenza di due copie del gene Apoe4), è guidata dal dottor Suraj Samtani, psicologo clinico del Center for Healthy Brain Aging dell’Unsw di Sydney, che nel documentario spiega in modo semplice il principio su cui si basa la «reminiscence therapy», la terapia basata sul recupero dei ricordi. «Ogni volta che torniamo ad accedere a un ricordo, la connessione tra i neuroni si rafforza», dice. «È come avere più strade per raggiungere lo stesso quartiere: se una è bloccata, puoi prenderne un’altra».
Il viaggio dell’attore col papà continua verso Bulman, un remoto insediamento dell’entroterra. Lì Craig ritrova Spencer, l’amico con cui da giovane radunava e gestiva tori e mucche selvaggi. Un lavoro che Craig ricorda come «molto pericoloso». Davanti alle telecamere, l’anziano e Spencer sfogliano mentalmente, insieme, il loro album di ricordi, mentre mostrano a Chris i vecchi veicoli che usavano.
Non è un caso che quelle immagini tornino così vivide. Il dottor Samtani spiega perché: i ricordi adrenalinici sono più resistenti. «I ricordi collegati alla risposta di attacco o fuga vengono archiviati direttamente nell’amigdala, il centro della paura, non nella corteccia dove finiscono gli altri», dice. «Quando ricordi qualcosa come la tua laurea, non provi la felicità di quel giorno. Ma con un ricordo di paura o di adrenalina puoi rivivere l’emozione originale. Sono memorie che si sbloccano insieme al sentimento. Gestire quei tori era un lavoro molto adrenalinico, pericoloso».
Il viaggio in moto è solo una parte del percorso. Per stimolare i ricordi più lontani, la famiglia Hemsworth ha deciso di fare qualcosa di straordinario: ricostruire, nei minimi particolari, la casa in cui Chris e i suoi fratelli sono cresciuti negli anni ’90, nella periferia di Melbourne. Per riprodurre quella casa stanza per stanza, con i mobili, gli oggetti, i quadri sulle mensole, sono state consultate le vecchie foto di famiglia. Per il dottor Samtani si tratta di una potente forma di reminiscence therapy. «Di solito lavoriamo con album e musica», spiega, «ma ricreare un’intera casa è incredibile. È reminiscence therapy al massimo livello». Ma «gli effetti durano dai tre ai sei mesi»: questa terapia deve essere un percorso continuo, puntualizza Samtani. Che, combattendo un mito radicato, chiarisce: «La più grande idea sbagliata sull’Alzheimer è che sia una condanna a fine vita. Non lo è. Si può vivere bene con la demenza: continuare a fare ciò che si ama, restare fisicamente e mentalmente attivi. Questo rallenta realmente il declino cognitivo».
Se all’inizio Craig appare chiuso, diffidente, confuso su ciò che sta vivendo, a poco a poco, grazie ai luoghi, alle storie, ai volti e alla vicinanza del figlio, qualcosa si riaccende. «Alla fine rideva, sorrideva, ricordava momenti fondamentali della sua vita e appariva davvero sicuro di sé», racconta Samtani. «Per noi è stato un successo riportarlo fuori dal guscio e farlo tornare più simile a se stesso».