La Presse (AP Photo/Charles Rex Arbogast)

La musica è cambiata in Vaticano? Una domanda da fare in senso letterale, e non come una metafora. O almeno non solo. Eh sì, perché secondo alcune indiscrezioni filtrate dalla Segreteria di Stato e che abbiamo raccolto sembrerebbe che sia imminente l’annuncio di un premio al grande direttore d’orchestra Riccardo Muti. Dovrebbe essere Leone XIV in persona a consegnare il riconoscimento all’ex direttore musicale del Teatro alla Scala.

Non è una notizia di poca importanza perché Muti nel recente passato aveva fatto delle considerazioni schiette sul precedente pontificato. «Con lui di musica in Vaticano credo se ne faccia poca, non come ai tempi di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI», aveva detto di Francesco in un’intervista di circa un anno fa ad Aldo Cazzullo. Il maestro non aveva trattenuto una certa amarezza: «Gli dissi: “Santità, non dimentichi quanto la Chiesa ha fatto nei secoli per la musica”. Non ebbi risposta». In quell’intervista Muti aveva anche confessato la sua ammirazione per Benedetto XVI, inserito tra le persone più intelligenti incontrate nella sua vita. Insomma, dichiarazioni che fino a pochi mesi fa avrebbero reso difficile una sua premiazione in Vaticano.

Dopo l’elezione di Leone, Muti ha reiterato il suo giudizio («Non si è fatto nulla per riportare la grande musica sacra rinascimentale e gregoriana nelle chiese, dove ancora regnano sovrani strimpellatori e testi imbarazzanti», ha commentato sempre con Cazzullo) ma ha anche espresso la sua fiducia nei confronti del nuovo Pontefice («Mi fa ben sperare per il ritorno della musica sacra in chiesa»). Un segnale in tal senso potrebbe vederlo direttamente protagonista con la probabile assegnazione del premio vaticano che porta il nome proprio di Joseph Ratzinger, il Papa musicista nei confronti del quale Muti ha sempre avuto parole di grandissima stima.

Per lui che aveva confessato la sua emozione nel dirigere per Benedetto XVI nel 2012 sarebbe un onore ricevere il Premio Ratzinger assegnato dalla Fondazione omonima. In quell’occasione di tredici anni fa il Papa tedesco gli aveva conferito un’onorificenza pontificia per «il suo impegno a favore del ricco repertorio che esprime in musica la fede della Chiesa». La stima del maestro per Ratzinger era tale che alla sua morte a fine 2023 pronunciò uno dei ricordi più belli, dicendo che per l’ormai Papa emerito «la musica era la voce di Dio».

Nelle interviste già citate Muti aveva espresso rimpianto per i grandi concerti in Aula Paolo VI che si tenevano in passato. Ora dovrebbe essere proprio lui a far tornare in vita questa tradizione e a dirigere anche per Leone XIV nell’aula dove si tengono le udienze generali. E chissà se si emozionerà anche questa volta, così come accaduto con quel Papa stimato tanto di cui verrà omaggiata la memoria attraverso il premio che porta il suo nome. Prevost si conferma un Papa di unità: oltre a celebrare il suo predecessore tedesco un po’ dimenticato negli ultimi anni riesce ad unire anche nei gusti musicali, passando senza problemi da Laura Pausini a Riccardo Muti.