È un “gettonista” di 76 anni, ossia uno di quei medici assunti a tempo per ovviare alle carenze di personale sanitario, il medico pediatra indagato per la morte della piccola di 2 anni, avvenuta sabato scorso a Borgo Valbelluna dopo che era stata dimessa dal pronto soccorso. Il pediatra si trovava in servizio, nella notte tra venerdì e sabato scorso, all’ospedale Santa Maria del Prato di Feltre (Belluno), a cui si erano rivolti i genitori della bambina, in preda a febbre alta, astenia e strabismo. Il medico aveva visitato la piccola, arrivata al nosocomio con la febbre altissima, e poi aveva firmato la sua dimissione prescrivendo una terapia antibiotica e aerosol, diagnosticandole una laringotracheite acuta. Poche ore dopo, però, la bambina era morta tra le braccia del padre. Nei suoi confronti la procura della Repubblica di Belluno ha ipotizzato i reati di omicidio colposo, in seguito all’esposto-querela presentato dai genitori della bambina. Per accertare le cause della morte, e precisare se fosse davvero stato fatto tutto il possibile per salvare la bimba, verrà conferito domani l’incarico e si svolgerà l’autopsia, su decisione del sostituto procuratore Claudio Fabris.
Cosa è successo
Tre giorni di febbre altissima, debolezza, rifiuto del cibo, i medici che prescrivono qualche antipiretico e dell’antibiotico. Poi la corsa al Pronto soccorso e la dimissione in “codice bianco” finché la bimba è morta tra le braccia del papà. Risalgono a mercoledì scorso i primi sintomi del malore, come ricostruiscono i genitori della bimba: la piccola era alla scuola dell’infanzia quando si è manifestata la prima forte febbre a 39 gradi. In questo periodo la prima ipotesi è probabilmente stata quella di un’influenza di stagione. Dopo averla portata a casa la mamma le aveva somministrato paracetamolo, facendola riposare, dopodiché la piccola era apparsa in buone condizioni. Giovedì la bambina è stata bene fino alle 14:00 circa, quando si è risvegliata lamentando dolori agli occhi e alla fronte. Visto che era inutile la somministrazione di farmaci, è stata contattata la pediatra di base, che aveva dato istruzioni di aumentare le dosi di paracetamolo. Dopo che nella notte tra giovedì e venerdì la febbre è rimasta a 39 gradi, la pediatra aveva visitato di persona la piccola diagnosticando un virus influenzale con leggero arrossamento della gola. Ma la piccola non dava più segni di vivacità, non giocava né si nutriva, preferendo stare in braccio ai genitori o a letto.
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