Nel panorama teatrale contemporaneo italiano, Lucia Lavia si conferma una delle attrici più promettenti e apprezzate della nuova generazione.
Figlia d’arte di Gabriele Lavia e Monica Guerritore, due figure di rilievo nel teatro e nel cinema italiano, Lucia ha saputo costruirsi un percorso personale e originale, affermandosi con ruoli di grande spessore e partecipando a produzioni di rilievo come l’ultimo allestimento de Il malato immaginario di Molière.
Nata a Roma il 18 febbraio 1992, Lucia Lavia ha respirato fin dall’infanzia l’atmosfera del teatro, pur non frequentando scuole di recitazione tradizionali. La sua formazione si è sviluppata attraverso l’esperienza diretta e l’osservazione attenta dei genitori, entrambi mattatori della scena italiana. Nel 2010, a soli 18 anni, ha esordito proprio ne Il malato immaginario, interpretando Angelica sotto la regia di suo padre Gabriele Lavia. Quindici anni dopo, la troviamo di nuovo in scena con la stessa opera, ma nel ruolo di Antonietta, la cameriera, una figura chiave che domina le dinamiche della trama con autorità e forza.
Lucia ha dichiarato che il teatro è stata una vera e propria vocazione, quasi mistica, nata da un desiderio di colmare la solitudine provocata dalle frequenti assenze dei genitori impegnati in tournée. Compensava quel vuoto inventando personaggi, registrando la propria voce e interagendo con sé stessa, un esercizio di creatività che ha alimentato la passione per la recitazione.
Nonostante la mancanza di una formazione accademica tradizionale, dopo la maturità classica si era preparata ad entrare all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico, ma è stata scritturata per una tournée che ha dato inizio al suo percorso professionale. La sua carriera ha spaziato dal teatro classico alle produzioni contemporanee e musicali, ottenendo riconoscimenti importanti come il Premio Eleonora Duse e la candidatura alle Maschere del Teatro.
Monica Guerritore e Gabriele Lavia: pilastri di un’eredità artistica
Monica Guerritore, nata a Roma nel 1958, è una delle attrici italiane più versatili e impegnate, con una carriera che abbraccia teatro, cinema e televisione. Esordisce giovanissima sotto la direzione di Giorgio Strehler, affermandosi rapidamente in ruoli di grande intensità, spesso legati a personaggi femminili forti e complessi. La sua collaborazione con Gabriele Lavia, regista e attore di grande fama, è stata sia artistica che personale, consolidando un sodalizio che ha segnato il teatro italiano degli ultimi decenni.
La Guerritore si distingue anche come regista e drammaturga, con spettacoli di successo come Giovanna d’Arco e Dall’Inferno all’Infinito. Nel 2011 è stata insignita del titolo di Commendatore al Merito della Repubblica Italiana per il suo contributo alle arti. Recentemente, nella stagione teatrale 2023/24, ha debuttato con Ginger e Fred, tratto dal celebre film di Fellini, di cui ha curato l’adattamento oltre a interpretare il ruolo principale.
Gabriele Lavia, figura di spicco nel teatro italiano, regista e attore noto per la sua profonda interpretazione di testi classici e contemporanei, è stato determinante nella formazione artistica di Lucia, che ha definito il lavoro con suo padre come “dieci accademie in uno”. La sua influenza si riflette nella scelta di ruoli teatrali impegnativi e nell’approccio rigoroso alla recitazione.
Progetti futuri e visione artistica di Lucia Lavia (artesettima.it)
Lucia Lavia non si limita a ruoli tradizionali: la sua carriera è caratterizzata da scelte che sfidano le etichette di genere, come il personaggio di Dioniso nelle Baccanti di Euripide, e prossimamente interpreterà una donna travestita da uomo nell’opera teatrale Il giramondo di Aphra Behn, un testo del 1677 che già allora affrontava temi di fluidità di genere. La regia sarà affidata a Giacomo Giuntini e lo spettacolo debutterà al Teatro Due di Parma nel 2026.
Nonostante le difficoltà economiche e il ridotto sostegno istituzionale al teatro, Lucia rimane fedele a questo mestiere, convinta che il teatro sia un rito condiviso tra attori e pubblico, capace di attraversare il tempo mantenendo intatta la sua forza comunicativa.
L’attrice ha dichiarato con forza che il teatro è una dimensione imprescindibile della sua vita, un luogo dove si sperimenta, si cresce e si lotta per mantenere viva una forma d’arte tanto antica quanto sempre rinnovata.