“Niuiorcherubini”, il nuovo inaspettato disco di Lorenzo Cherubini in arte Jovanotti, è un signor album, un album vero, sorprendente e formidabile, suonato da Dio, analogico e live come gli album che si facevano una volta. Un disco che viene voglia di ascoltare sul vinile, dal sapore vintage, autentico e genuino, senza sovrapproduzioni, senza cedimenti all’algoritmo.
Un disco maturo e non caotico, anzi molto coerente perché la presenza nello studio di Brooklyn (e di Astoria) di grandi professionisti newyorchesi di musiche latinoamericane, brasiliane, messicane, caraibiche e finanche jazz e indiane, è una fotografia parziale ma esatta di New York, almeno quanto un disco dei Talking Heads, i quali infatti si affidavano all’afrobeat e alla world music per rappresentare la città.
Al primo ascolto la canzone più bella è “Pura vida“, ma poi ci sono la favolosa “Shiva Jam”, il jazz alla Donald Fagen di “Mi fa felice”, la più “A te” di questo giro, e anche un po’ degregoriana, che si intitola “Magari”, il trascinante funk “Cado verso l’alto”. Non ci sono filler, riempitivi, in questo album. Ma nonostante tutte queste belle canzoni, “Niuiorcherubini” non è un disco di canzoni, è un mondo da assaporare nella sua interezza, un monolite sonoro da Odissea nello spazio, da ascoltare dall’inizio alla fine: un’ora e cinque minuti di meraviglia e di passione e di musica che si aprono e si chiudono con due versioni riarrangiate, una in italiano e una in spagnolo, di “Senza ma e senza se”, uscita nel precedente album “Il corpo umano”.
“Niuiorcherubini” è il racconto di tutti i temi ricorrenti di Jovanotti: dopo l’introspezione personale del “Corpo umano”, Lorenzo torna l’estremista dell’ottimismo che conosciamo, l’alfiere del Viva tutto, un antidepressivo impossibile da sostituire con un generico, uno che, se cade, cade verso l’alto e salta, che fa l’elenco infinito delle cose che lo fanno felice, che ripete che va tutto bene, che ce la faremo e che ci riusciremo. Estasi, tormento, sentimento, godimento, tutto insieme. Jovanotti resiste alle avversità, sa che la vita è una figata, testimona il miracolo che succede a un passo da qui, proprio dove si trova lui, mentre ascoltiamo questo insperato album-come-una-volta che illumina i pianeti intorno a noi e a Loré.
