Ultima modifica 21.11.2025
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IN BREVE: Pancreas: i numeri in Italia tra progressi e criticità
Nel 2024 si contano 23.600 persone vive dopo la diagnosi (erano 21.200 nel 2021). È un passo avanti per una neoplasia complessa, che resta tra le più difficili da trattare. I nuovi casi non calano: 13.585 nel 2024, distribuiti quasi equamente tra uomini e donne. La nota dolente? Solo 1 paziente su 5 arriva in condizioni da essere operato, mentre l’80% riceve la diagnosi in fase avanzata, quando le opzioni terapeutiche si riducono. La sopravvivenza netta a 5 anni in Italia è salita all’11% negli uomini e al 12% nelle donne, segno che la ricerca sta incidendo, anche se la strada è lunga.
Fattori di rischio da tenere presenti, perché pesano:
- Fumo: è il principale fattore di rischio; impatto maggiore sul decorso.
- Obesità e sedentarietà: stile di vita che può aumentare la vulnerabilità.
- Alcol e dieta scorretta: combinazione associata a rischio più elevato.
- Diabete e pancreatite cronica: condizioni legate a un incremento del rischio.
Per approfondire:
Tumore al pancreas: quali sono i campanelli d’allarme e come si scopre
Diagnosi precoce: segnali da non ignorare
Non c’è uno screening standard per tutti, quindi l’attenzione ai sintomi è cruciale. Spesso vengono confusi con disturbi comuni, cioè passano sottotraccia. Ma intercettarli presto può fare davvero la differenza. I campanelli da non sottovalutare includono:
Il messaggio è chiaro: diagnosi precoce soprattutto nelle persone più a rischio. È il cuore dello slogan “Hello Pancreas”, un invito a ascoltare il corpo e a non archiviare sintomi che “sembrano” banali.
Ricerca e cure: le novità e il ruolo di Napoli
Il 20 novembre l’Istituto Nazionale Tumori Irccs Fondazione G. Pascale di Napoli ospita un incontro su ricerca, terapie e vissuto dei pazienti, con medici, caregiver, associazioni e ricercatori. Nell’occasione nasce la Fondazione Nadia Valsecchi – Sezione Pazienti di Napoli, nuovo riferimento per informazione e sostegno. Gli esperti parlano di un settore in fermento: indagini molecolari con un semplice prelievo di sangue, farmaci mirati contro le mutazioni Ras (presenti nel 90% dei casi) e vaccini terapeutici di immunoterapia. All’ultimo congresso Esmo di Berlino sono arrivati riscontri che confermano la vitalità della ricerca, anche grazie agli inibitori di Ras.
C’è poi la forza della rete: la Italian Pancreatic cancer coalition (I-Pcc) riunisce 28 gruppi di ricerca italiani per condividere conoscenze e trasformarle in terapie concrete. Perché il quadro futuro impone velocità: il tumore del pancreas è destinato a diventare più frequente nei prossimi trent’anni; gli strumenti per affrontarlo, però, stanno cambiando. E cambiare in tempo, qui, conta doppio.