L’instancabile regista Steven Soderbergh è al lavoro da un po’ su un documentario che racconta l’ultima intervista a John Lennon prima di essere ucciso. Ecco a che punto sta.

Proprio ieri parlavamo, a proposito dell’arrivo su Disney+ di The Beatles Anthology, del perdurante successo del quartetto di Liverpool e dei suoi componenti. Forse quello che non tutti sanno è che Steven Soderbergh è da tempo al lavoro su un documentario che riguarda il più carismatico del gruppo, John Lennon, ucciso nel 1980 da Mark Chapman. E non si tratta di un documentario qualsiasi, visto che al centro c’è la famosa ultima intervista concessa dal musicista, poche ore prima di essere ammazzato. In una conferenza stampa al festival di Doha, a cui ha partecipato, Soderbergh ha parlato dello stato di questo progetto.

Steven Soderbergh e l’ultima intervista di John Lennon (e Yoko)

Durante l’incontro stampa al Doha Film Festival, dove è andato a presentare il suo nuovo film, The Christophers, Soderbergh ha parlato del progetto a cui sta lavorando con queste parole

E’ quasi finito. Ne sono entusiasta. E’ un incredibile documento storico questa intervista, e quindi il mio lavoro è ovviamente presente ma in modo da evidenziarla e non distrarre da quella. Non provo a reinventare la forma, spero solo di creare un film che arrivi a quante più persone possibili quello che John e Yoko avevano da dire quel pomeriggio prima che lui fosse ucciso. Erano entrambi molto liberi nella discussione. Da persona che è stata intervistata molte volte sono rimasto sorpreso da quanto fossero aperti ed entusiasti di parlare. Sembra quasi che non siano mai stati intervistati prima… Voglio che arrivi al pubblico questo, e che quello che loro dicevano 45 anni non è solo attuale ancora adesso. Lo è forse ancora di più in termini di relazioni, politica, di come ci trattiamo a vicenda, come i sistemi agiscono sull’individuo e, soprattutto, dell’importanza dell’amore nella nostra vita quotidiana e nel nostro lavoro.

Oltre a queste informazioni sul film, che speriamo di vedere presto, Soderbergh, che ha vinto l’Oscar nel 2001 per Traffic ed è stato candidato per Erin Brockovich, ha fatto un interessante commento sul proliferare dei premi cinematografici: “Credo che sia giusto di tanto in tanto riconoscere il lavoro dei propri colleghi e pari. Quello che ho osservato nel corso della mia carriera è l’espansione di questi riconoscimenti in sei mesi di attività da una sola sera . E’ una stagione (quella dei premi) che dura più di qualsiasi stagione naturale”. Ha poi continuato: “Il motivo per cui lavoriamo viene riassunto in una conversazione sulla strategia. Non credo che questa cosa passerà. E’ un po’ come se qualcuno venisse da te ogni due settimane e ti dicesse: è il mio compleanno. Si perde per strada un po’ della sua attrattiva. Ci sono così tanti premi! Sono trascorsi 25 anni da quando Traffic ed Erin Brockovich vennero candidati agli Oscar, quindi non li frequento da parecchio tempo, anche se guardo ancora la cerimonia, ma devo dire che quando vedo quello che devono passare le persone che fanno le campagne per il premo e quelli che sono candidati, non mi sembra molto divertente”.

L’ultima intervista a John Lennon e le sue ultime ore

L’intervista su cui verte il documentario di Steven Soderbergh si svolse la mattina dell’8 dicembre 1980 nell’appartamento in cui abitavano, nel Dakota Building newyorkese. L’interlocutore era il giornalista Dave Sholin, del network radiofonico RKO. L’incontro era stato organizzato nel corso della promozione del nuovo album da solista di John Lennon, “Double Fantasy”, che segnava il suo ritorno alla musica. Lennon si trovava in un periodo particolarmente sereno della sua vita, si era goduto la volontaria interruzione dell’attività per dedicarsi al figlio Sean Ono, con cui condivideva il compleanno e che aveva all’epoca cinque anni. Prima dell’intervista, John Lennon e Yoko Ono avevano posato per una sessione fotografica con la celebre fotografa Anne Leibovitz, da cui fu tratta la foto di copertina di Rolling Stone. Dopo l’intervista, John e Yoko andarono al Record Plant Studio per una sessione di missaggio della canzone di Yoko, “Walking on Thin Ice”. Nel pomeriggio Lennon fu fermato fuori dal Dakota Building da un suo dichiarato fan di 25 anni, Mark David Chapman, a cui autografò la copertina di un album. La sera stessa, poco prima delle 23, Chapman lo aspettò armato di pistola fuori dall’edificio. Lennon fu dichiarato morto al suo arrivo al Roosevelt Hospital alle 23.15. Una scomparsa che sconvolse il mondo intero e per cui l’assassino, condannato all’ergastolo, è tutt’oggi in carcere.