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Venerdì il neoeletto sindaco di New York Zohran Mamdani è stato ricevuto alla Casa Bianca da Donald Trump: era un incontro molto atteso perché il Democratico Mamdani era stato molto criticato da Trump durante la campagna elettorale e perché Mamdani aveva definito il presidente un «despota». L’incontro invece è andato sorprendentemente bene, Trump si è mostrato cordiale con Mamdani, ha detto di aspettarsi che sarà un ottimo sindaco e ha aggiunto che vuole essergli di «grande aiuto».

È una cosa piuttosto sorprendente, perché i due sono politicamente molto distanti e perché fino a qualche settimana fa Trump aveva minacciato di mandare a New York la Guardia Nazionale (i riservisti dell’esercito) e di tagliare molti dei fondi federali alla città se Mamdani fosse stato eletto. Era stato Mamdani a richiedere l’incontro, per parlare dei problemi più impellenti della città.

Mamdani ha 34 anni ed entrerà in carica dal primo gennaio, dopo che a novembre ha battuto alle elezioni altri due candidati tra cui Andrew Cuomo, che Trump aveva appoggiato. Sarà il sindaco più giovane da oltre un secolo, e anche il primo musulmano. Ha posizioni molto progressiste, si definisce socialista – una cosa ancora insolita negli Stati Uniti – e oltre al Partito Democratico fa parte dei Socialisti Democratici d’America. Trump per tutta la campagna elettorale lo aveva chiamato «comunista» e lo aveva accusato di essere un sovversivo e un antisemita.

Mamdani a sua volta era stato molto critico con Trump, soprattutto per le sue posizioni sull’immigrazione: venerdì nella conferenza stampa ha detto che nel loro colloquio, durato poco più di mezz’ora, si erano concentrati sugli «obiettivi comuni» per il bene dei cittadini di New York piuttosto che sulle cose che li dividono. Trump ha aggiunto che si erano trovati d’accordo su molte più cose di quanto pensassero, che si sentirebbe a suo agio a vivere a New York con lui come sindaco e che Mamdani sorprenderà anche molti Conservatori: «Lui è diverso, ha la possibilità di fare davvero qualcosa di importante per New York».

Trump parlava seduto alla scrivania nello studio Ovale, Mamdani era in piedi al suo fianco. Una giornalista durante la conferenza stampa ha chiesto a Mamdani se pensasse che Trump sia «un fascista». Mentre Mamdani iniziava a rispondere, Trump lo ha interrotto: «Puoi dire solo sì. È più facile che spiegare. Non è un problema per me».

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