L’agente FIFA e storico procuratore argentino tra gli altri anche di Zarate ha svelato una trattativa per l’acquisto del club giallorosso con protagonista anche il presidente biancoceleste
Luis Ruzzi, agente FIFA e storico procuratore argentino tra gli altri anche di Zarate, ha svelato una trattativa per l’acquisto della Roma ai microfoni di SSLazioFans.it: “Quando Rosella Sensi mise in vendita la Roma chiamai il mio amico Bernie Ecclestone, all’epoca proprietario della Formula 1. Ci conoscevamo perché avevamo organizzato insieme il Gran Premio in Argentina. Gli proposi di comprare una squadra di calcio insieme a Briatore, all’epoca molto legato a Giraudo della Juventus. Parlai con Rosella durante il primo tempo di una partita della Roma e organizzano un incontro al ristorante di Briatore. Questa, a quei tempi, fu l’unica vera offerta ricevuta dai giallorossi. Ecclestone offrì 270 milioni di euro ma in quel momento la Roma ne aveva 440 di debiti, quindi ai Sensi non conveniva vendere e l’affare saltò. Bernie si arrabbiò anche perché Rosella Sensi gli elencava tutte le loro proprietà ma lui era interessato solo alla squadra. Passò poi un po’ di tempo ed Ecclestone, insieme a Briatore, nel 2007 divenne l’azionista di maggioranza del Queens Park Rangers, segno che voleva acquistare una squadra di calcio”. E in quel momento è entrato in gioco Lotito: “Un giorno, gli raccontai questa storia e lui mi disse: ‘Chiama subito Ecclestone, voglio comprare la Roma insieme a lui’. Io gli chiesi se fosse impazzito, visto che era già il proprietario della Lazio. Lui mi rispose: ‘Io ho il diritto di proprietà perché mio suocero (il fratello del suocero Pietro Mezzaroma, ndr) inizialmente deteneva il 51% della Roma, contro il 49% di Franco Sensi’. Chiamai allora Ecclestone, che si trovava a Monza per il Gran Premio, che però mi rispose di non essere più interessato a investire nel calcio. E tutto si fermò”.
Ruzzi ha anche rivelato un aneddoto sul mancato passaggio di Zarate nella Capitale, ma sponda giallorossa: “Per me Zarate era meglio di Aguero. Quando vidi che a 18-19 anni era andato in Qatar dissi: ‘Ma come, uno con il suo futuro va in Qatar?In Qatar si va a fine carriera’. Dopo sei mesi va in prestito al Birmingham e dico: ‘Bisogna prenderlo presto, lo porto alla Roma’. Ero molto amico della famiglia Sensi, del grande Presidente Sensi e della grande Rosella Sensi. Chiaramente pensavo di portarlo alla Roma, mi sono informato sul fatto che il procuratore fosse il fratello e mi hanno fatto un foglietto. Sono andato lì a negoziare un giocatore che non era mio e loro mi hanno un po’ maltrattato sapendo che non ero io il vero procuratore. Lotito nel frattempo, la sera prima che partissi, in un ristorante viene a sapere dal proprietario che il giorno seguente avrei portato un giocatore alla Roma. Lui viene al tavolo e fa ‘Fuori il nome!’. Quando ha sentito che era in prestito, il discorso gli piaceva. Mi ha cominciato a chiamare, la Roma si è tirata fuori, Daniele Pradè dice ‘no’, e io lo porto alla Lazio. Operazione da 3 milioni di euro: 1.5 per il prestito, 1.2 al giocatore e 300 mila pensavo per me. Sono tornato e mi ha dato 100 mila”.
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