Sono in corso nella giornata di oggi, 21 novembre, gli interrogatori di garanzia a San Vittore e al Beccaria dei cinque giovani arrestati con l’accusa di rapina e tentato omicidio dello studente di 22 anni, aggredito lo scorso 12 ottobre nei pressi di Corso Como. “Non ci ho visto più, non pensavo di averlo colpito così. Giravo armato del coltello, perché sono stato aggredito in passato”, ha detto il 18enne ascoltato dal Gip del Tribunale di Milano, Chiara Valori. Tra lui e l’altro ragazzo maggiorenne sarebbe in atto un rimpallo di responsabilità con gli altri tre minori arrestati. “Sono intervenuto dopo nella zuffa e non c’ho visto più”, ha detto, in sostanza, il presunto accoltellatore ribadendo di aver agito dopo i compagni più giovani. Restano ancora gravi, intanto, le condizioni del 22enne, ricoverato in rianimazione all’ospedale Fatebenefratelli. “Fortunatamente è vivo, poteva andare molto peggio, ma si troverà a gestire senza colpa una vita difficile. È presumibile che non avrà una vita normale a causa della vile aggressione subita”, ha detto Luca Bernardo, direttore del reparto di pediatria.

I legali dei due maggiorenni: “Si dicono dispiaciuti”

Il 18enne, difeso dall’avvocato Giovanni Giovanetti, si è detto “molto dispiaciuto” per la vittima che rischia di rimanere paraplegica. Così come si è detto dispiaciuto l’altro maggiorenne accusato di aver fatto da palo. “Il ragazzo ha risposto, in questo momento è preoccupatissimo e sconvolto per le condizioni di Davide nei confronti del quale manifesta vicinanza augurandogli il meglio”, ha aggiunto la sua legale, Elena Patrucchi. Il ragazzo ha più volte ripetuto che nessuno di loro “aveva compreso la gravità del fatto” e ha annunciato l’intenzione di scrivere una lettera di scuse allo studente della Bocconi e alla famiglia. Entrambe le difese hanno chiesto alla Gip Chiara Valori l’attenuazione della misura coi domiciliari. La giudice deciderà nei prossimi giorni dopo il parere del pm Andrea Zanoncelli nelle indagini della Polizia.

Gli interrogatori

Sempre in mattinata sono stati sentiti nel carcere minorile Beccaria, dal gip del Tribunale per i minorenni, i tre 17enni che avrebbero sferrato calci e pugni al 22enne, anche quando era inerme a terra. Anche a loro è contestato il concorso morale nella tentata uccisione, con la linea difensiva che potrebbe essere sempre incentrata su questo aspetto. Sulle responsabilità dei cinque ragazzi pesano, oltre alle immagini delle telecamere di videosorveglianza, anche le intercettazioni ambientali in Questura, risalenti a fine ottobre. “Bro, io ho fatto così”, diceva il 18enne mimando il gesto delle coltellate. “Se vedono le telecamere, vedono quanto l’ho spaccato di botte”, diceva uno dei minorenni. E ancora: “Non so se si vede il video dove lo scanniamo”. 

Le parole del padre dello studente aggredito

“Mio figlio è vivo per miracolo, è arrivato in ospedale con un litro di sangue. È vivo perché era a 500 metri, se no sarebbe morto”, ha detto nei giorni scorsi il padre del 22enne. “Penso che sia noto a tutti che ormai a Milano non si può più camminare. Io stesso sono stato inseguito. L’altro mio figlio è stato derubato quindi c’è una situazione allucinante, sembriamo nel Bronx”, ha aggiunto ancora.

Vedi anche
Milano, aggressione in Corso Como: chi sono i ragazzi arrestati