«E, comunque, quelli di Bologna sono dei taccagni». Lo scrive Fedez a due terzi del suo “L’acqua è più profonda di come sembra da sopra” (Mondadori), e mi fa ridere perché, a quel punto, io sto pensando da qualche pagina che questo Fedez è proprio uguale a me: pensa solo ai soldi.

Non vorrei fare ogni giorno un articolo tentando invano di venire a capo d’un insuccesso, ma forse è l’unica cosa che si può fare, considerato che ormai più nulla ha successo. Cosa vuole il pubblico? Boh. Un’ampia gamma di cose che sembrava volere fino a tre quarti d’ora fa, ora le tira in faccia al mercato. Il dolentismo femminile? Spiacenti, non compriamo né la Bignardi né la Lattanzi. I Ferragni? Spiacenti, è troppo tempo che osserviamo il disfacimento dei loro cadaveri.

L’ultimo libro scritto da un giornalista sulla coppia che due anni fa chiamavamo «la nostra royal couple» (chiedo scusa per conto dei giornali), sulla coppia per sapere i guai della quale un anno e mezzo fa l’Italia si fermava, quel saggio lì ha venduto la settimana scorsa due copie. Due. Non è un refuso.

Il giorno in cui ho letto l’autobiografia di Fedez, su Instagram mi è comparso un post in cui le tre sorelle Ferragni tenevano in mano il nuovo romanzo della madre. Avevo appena letto il passaggio in cui l’ex marito di Chiara raccontava dei litigi tra la moglie e la suocera perché la romanziera riteneva che la figlia non facesse abbastanza storie di Instagram per pubblicizzare i suoi libri.

Magari questa cosa del successo di una figlia che viene cannibalizzato dall’intera famiglia, in una trickle-down economy casareccia, per gli influencer è normale. A me fa venire in mente Michael Jackson, solo che Chiara Ferragni non ha mai avuto una “Billie Jean”. Però ha una candela.

Giovedì, Chiara Ferragni ha messo in vendita la sua nuova trovata: una candela. I più chronically on line di voi staranno dicendo: ah, al profumo di vagina, come Gwyneth Paltrow. Certo che no: il più poderoso limite di Chiara Ferragni è sempre stato la sua essenza piccoloborghese, la sua mistica della bella figura, il suo bisogno di passare per brava ragazza che vuol bene alla famiglia e se si mette in mutande è per affermazione femminista e non perché pensa solo ai soldi.

Il suo ex marito lo dice in modo più semplice di come l’abbia scritto un milione di volte io quando spiegavo perché la serie delle Kardashian funzionava e quella dei Ferragni no: «Devi far vedere le luci e le ombre, sennò non funziona quella roba lì». Però la personalità è difficile cambiarla ai bambini, figuriamoci alle quasi quarantenni, e Chiara Ferragni non avrà mai la sfacciataggine di Kim Kardashian o di Gwyneth Paltrow.

La sua candela sa, dice lei, di casa, e quindi di vaniglia, di caramello, di sarcazzo. La ascoltavo spiegare le fragranze che secondo lei sanno di casa e pensavo che le case sanno di soffritto, sanno di candeggina, sanno di pannolini sporchi, sanno di sabbia del gatto, sanno di scarpe da ginnastica degli adolescenti. Se c’è una cosa orrenda, sono gli odori delle case. Se c’è una cosa che mi dice che dovresti davvero evidenziare il tuo lato Gwyneth di chi non ha idea di cosa sia una vita media, Chiara, è il tuo fare confusione tra odore di casa e odore delle spa degli alberghi.

Ma il dettaglio che mi colpisce è un altro, anzi sono altri due. La candela si chiama “It’s gonna be incredible”, e io non vorrei aprire il solito faldone sui milanesi e l’inglese, ma purtroppo non posso non farlo, perché c’è un dettaglio comico irresistibile. Chiara mette su Instagram un video di lei che saltella in mutande (sempre come segno d’emancipazione femminista), e il video ha una didascalia in inglese. Perché in inglese? La candela è per un pubblico internazionale? Vuole fare davvero concorrenza a Goop? Non lo so, ma ormai è in inglese.

Fa così: «Our first candle, IT’S GONNA BE INCREDIBLE, is out». Ora. Io la capisco, Chiara, che vuole fare come si fa nel settore lavorativo dell’ex marito e dire «out a mezzanotte», con questo gergo frasifattista che hanno tutti da quando esiste Spotify, devi farti ascoltare da un pubblico troppo imbecille persino per capire che le canzoni nuove arrivano sulla piattaforma a mezzanotte della notte tra il giovedì e il venerdì, e quindi il giovedì fai il post «out a mezzanotte» così non si possono sbagliare, e siccome gli dici «out» si percepiscono pure gente che sa le lingue.

Solo che, i milanesi convinti di essere fluent forse non lo sanno, una candela è out quand’è esaurita, quand’ha finito la cera, quando si spegne. E sotto alla didascalia di Instagram c’è il tasto traduzione automatica che tutte le seguaci della Ferragni, che sanno l’inglese persino meno di lei e persino meno dell’italiano, cliccheranno. E, cliccando sulla traduzione automatica, compare la meraviglia: «La nostra prima candela, SARÀ INCREDIBILE, è spenta».

L’altro dettaglio è che la candela è decorata, spiegava Chiara in alcune storie giovedì, coi figli: il disegno d’un leone come Leone, e d’un angioletto che fa la V come Vittoria. Una scrittrice saggia che conosco dice che la rovina della Ferragni non è stata la beneficenza: ha smesso d’avere senso quando non ha potuto più postare i figli. Un portato della separazione: ex coniugi che si fanno dispetti dicendo e allora tu non puoi più fatturare sui pupi (poi c’è un capitolo sull’etica dello sfruttamento dei minori che a mio parere è uno dei dibattiti più imbecilli del presente, ma non ne discuteremo oggi).

Un portato d’una separazione che io, che non capisco mai niente, pensavo sarebbe rientrata velocemente, perché quei due erano una tale macchina da soldi uniti che separarsi era da scemi.

Nel rigo più saggio del suo memoir, Fedez dice che, quando si tratta di social network e di mass media, «chiunque è un’invenzione di qualcun altro», ed è sicuramente vero anche per Chiara Ferragni. Io, per dire, tre anni e mezzo fa – cioè un minuto fa – pubblicai un libro dicendo che era un genio del male, ogni tanto ci penso e rido tantissimo di me (e del mio tempismo: il libro in cui la capacità di quei due di manipolare l’opinione pubblica era l’elemento centrale uscì il giorno in cui Fedez annunciò d’avere il cancro, uh yeah).

Chiara Ferragni e il suo essere un colosso del presente è stata certamente una nostra invenzione, e questo guardarla dibattersi sul fondo della boccia senz’acqua come un pesce rosso da ormai quasi due anni è straziante per noi più che per lei. Per noi che fatichiamo ad accettare d’aver sbagliato tutto. Per noi che ogni volta che vediamo i bambini ripresi di nuca o parlanti fuori campo ci sentiamo come si sentirebbero i tifosi di calcio se gli dicessero che i goal devono tornare a sentirli descritti alla radio.

Soprattutto, per noi che pensiamo solo ai soldi, e ci sembra incredibile che questi due buttino via tutto il fatturato prodotto dal loro restare insieme solo per ragioni ridicole quali la fine dell’amore: non lo sanno che s’innamorano solo le cameriere? Per noi che non possiamo credere che tutto quello spirito imprenditoriale sia andato perduto: almeno la candela potevano usarla per annunciare la separazione. Love is out.