Le forze armate tedesche saranno in grado di fornire supporto alla polizia, se necessario anche con l’impiego delle armi, contro droni che ostacolino il traffico aereo o sorvolino aree sensibili. Lo ha deciso il Consiglio dei ministri accogliendo una proposta del titolare degli Interni Alexander Dobrindt (CSU). Nelle ultime settimane in diversi Paesi europei sono stati ripetutamente avvistati droni senza pilota sorvolare aree militari, impianti industriali ed aeroporti. Bruxelles, Copenaghen, Berlino e Monaco tra le altre città toccate. La coalizione di governo tedesca tra Cristiano-Democratici e Socialdemocratici ha adottato mercoledì una bozza di proposta del Ministero dell’Interno volta a modificare la legge sulla sicurezza aerea.

Il disegno di legge prevede innanzitutto che le autorità di polizia federali verranno meglio attrezzate per difendersi dai droni e, se necessario, potranno richiedere aiuto in via amministrativa alle Forze Armate. Il supporto dell’Esercito sarà in via principale di fornitura di tecnologie di ricognizione e intervento. Tuttavia, qualora si temesse un attacco particolarmente grave attraverso i droni, il disegno di legge prevede che la Bundeswehr possa anche “impiegare le armi o altri mezzi d’azione”. Tra questi ultimi si annoverano i cosiddetti jammer, dispositivi che interrompono il contatto tra il drone e il suo radiocomando. Ciò sarebbe consentito, tuttavia, solo se si può presumere che il drone “sia destinato a essere utilizzato contro la vita umana o contro un’infrastruttura critica” potendo distruggerla, e che l’impiego della forza armata “sia l’unico mezzo per contrastare questa minaccia imminente”.

In Germania l’esercito gode di poteri ampi unicamente in caso di difesa nazionale. L’impiego delle Forze Armate in tempi di pace all’interno del territorio invece ha un corsetto molto rigido, delineato soprattutto nell’articolo 87a della Costituzione che lo ammette sostanzialmente solo come assistenza in caso di catastrofi, pandemie, o a supporto della polizia. Tuttavia, secondo il ministro degli Interni Alexander Dobrindt, la modifica della legge sulla sicurezza aerea non implicherà la necessità di una riforma costituzionale, perché prevede lo strumento di un’assistenza in via amministrativa. Konstantin von Notz, membro dei Verdi della Commissione parlamentare affari interni, per contro ha recentemente sostenuto che l’impiego delle Forze Armate per la difesa dai droni non sarebbe possibile senza un emendamento costituzionale. “Anche se venisse dichiarato lo stato di tensione, consentendo alle Forze Armate tedesche di assumere il controllo, sarebbe necessaria una maggioranza di due terzi nel Bundestag”, ne cita le parole ZdF.

Riferendosi al recente aumento dei sorvoli di droni, il Ministro Dobrindt ha indicato però che la Germania deve essere più preparata: anche se non ogni avvistamento rappresenta automaticamente una minaccia, può potenzialmente comportarla. In particolare, in riferimento ai dispositivi più grandi, che sono spesso al di là delle capacità della polizia, il progetto di legge prevede che l’esercito li potrà “combattere, intercettare e persino abbattere”. La legge ridurrà notevolmente “i processi di coordinamento e decisionali” ha assicurato Dobrindt. Normalmente sull’eventuale dispiegamento delle Forze Armate può decidere solo il Ministero della Difesa, e per le operazioni di assistenza interna è richiesto un accordo con il dicastero degli Interni. Il progetto di legge prevede invece che in casi particolarmente gravi di difesa dai droni, dove è anche urgente scoprire chi li sta controllando, per consentire rapidità d’intervento questo requisito possa essere derogato, e la richiesta di supporto avanzata a livello gerarchico inferiore a quello ministeriale.

Anche se l’esercito può fornire assistenza solo nella misura in cui ciò non comprometta la propria missione di difesa nazionale e dell’Alleanza, che hanno sempre la precedenza, la prevenzione delle violazioni della sovranità statale ha finalità difensive ed è perciò anch’essa “un compito originario delle Forze Armate”. Questa sarebbe la base giuridica, secondo il diritto internazionale e costituzionale, che consentirebbe ai militari di abbattere i droni appartenenti a una potenza straniera che violino lo spazio aereo tedesco. Uno dei problemi sollevati fin qui all’assistenza dell’Esercito è tuttavia che per parlarsi di intervento difensivo si dovrebbe essere sicuri che il drone venga dall’esterno, non ci sarebbe invece legittimità ad un’azione militare se messo in volo dallo spazio aereo nazionale. Il tema delle minacce ibride è stato affrontato mercoledì pomeriggio dal ministro dell’Interno Dobrindt anche nella conferenza autunnale dell’Ufficio federale di polizia criminale (BKA). Dal Ministero degli Interni si chiedono da tempo anche norme più severe nei confronti degli attivisti che accedono senza autorizzazione alle piste degli aeroporti e resta aperto se saranno incluse anch’esse nel testo di riforma della legge sulla sicurezza aerea. I privati che utilizzano droni acquistati in un negozio di ferramenta non avranno comunque nulla di cui preoccuparsi, a condizione che abbiano registrato il dispositivo e rispettino le regole di distanza stabilite, ad esempio intorno agli aeroporti.