di
Enrica Roddolo

Assente ieri alle celebrazioni ufficiali dei 50 anni dopo il Franchismo, oggi il re emerito è arrivato a Madrid. Il 55% degli spagnoli appoggia la monarchia

Juan Carlos, il protagonista del Juancarlismo della Spagna degli anni ’80 e ’90,  grande assente ieri alle celebrazioni ufficiali dei 50 anni della nuova monarchia spagnola dopo il Franchismo, è arrivato oggi in sordina alla residenza reale di El Pardo, a Madrid, dove ha incontrato oltre a Felipe e Letizia, l’erede Leonor che sta facendo il servizio militare nell’aeronautica (dopo fanteria e marina), l’altra nipote Sofia, e le figlie le Infante Elena e Cristina con i rispettivi figli. Presente anche la sorella del re emerito, Margarita i Borbone con il marito Carlos Zurita. 

Il primo ad arrivare alla residenza di El Pardo è stato proprio il re emerito, poi su un’auto blu anche Felipe, Letizia e le figlie. Quindi gli altri nipoti del re, Juan Urdangarin, Victoria Federica, Irene Urdangarin e Miguel Urdangarin.



















































Un pranzo di famiglia come quello che aveva permesso nel 2023 al re in esilio di tornare a casa e festeggiare i 18 anni della nipote ed erede al trono Leonor. Dopo la solenne investitura a Madrid dalla quale era stato assente. Istituzione e famiglia, due piani differenti per un anniversario che segna il cammino della nuova Spagna di Re Felipe VI. Il re emerito ieri non c’era a Palazzo reale di Plaza de Oriente e al Congresso, per la solenne consacrazione della transizione da una dittatura alla “nuova” Corona dei Borbone. 

Troppo forte e rischiosa l’eco dello scandalo che ha accompagnato il tramonto del suo regno tra amori e operazioni finanziarie disinvolte. Tanto da costringerlo all’esilio volontario. La formula dell’esilio volontario giustificherebbe – almeno agli occhi del mondo – la scelta di tenere lontano il re emerito che ha appena pubblicato le sue memorie in Francia, il libro «Reconciliaciòn», dai grandi festeggiamenti di Madrid. Ormai cinque anni fa nell’estate del 2020 decise infatti di lasciare il Paese per gli Emirati con l’impegno a non voler più prender parte a momenti ufficiali. 

Anche se in ultima analisi la scelta pare sia stata lasciata proprio a re Felipe che, come ha fatto in questi anni, ha prudentemente preferito separare nettamente l’istituzione dalla famiglia. E con la famiglia, dalle sue debolezze. «Re Felipe non vuole che il suo regno sia contaminato dal passato», come dice da Madrid, intervistato dal Corriere, l’ambasciatore Raniero Vanni d’Archirafi. Riconoscendo «la grande simpatia personale di Juan Carlos capace di coinvolgere le persone, e l’abilità di fermare il tentativo di golpe nel 1981». 

E la scelta di separare nettamente il piano famigliare da quello istituzionale premia la credibilità della corona. L’ultimo sondaggio su El Mundo in occasione del mezzo secolo di monarchia dal 1975, indica un picco di popolarità dell’istituzione che piace al 55% degli spagnoli e soprattutto la giovane Leonor convince un numero altissimo di giovani spagnoli: il 75%. Toccherà a lei ereditare il trono dal padre Felipe VI salito al trono nel 2014 dopo l’abdicazione del padre Juan Carlos sull’onda degli scandali finanziari e sentimentali dell’ultima stagione del re che raccolse il testimone da Franco mezzo secolo fa. 

«La monarchia è coerenza con la società che serve», ha scandito Felipe ieri. E ancora: «Nella transizione dal Franchismo alla democrazia la Corona portò stabilità contribuendo al riconoscimento internazionale del Paese». Quindi ha rivendicato l’eredità del padre, quella «transizione gesto politico rivoluzionario». Fuori dal Palazzo, era schierata la Guardia Reale a cavallo. Mentre re Felipe continua il suo discorso davanti all’erede al trono Leonor: «La transizione non è stata perfetta, ma il miglior accordo possibile». 

E quella transizione alla democrazia a una monarchia parlamentare pienamente appoggiata è oggi testimoniata dagli alti dati di consenso. Re Juan Carlos? E’ già ripartito, forse farà rotta verso Londra come quando venne per il pranzo dei 18 anni di Leonor. Poi, nel suo esilio nel Golfo. Ma la Corona con Felipe e domani Leonor è in buone mani. «Abbiamo la percezione di essere in buone mani», hanno detto ieri i deputati riuniti con i reali per celebrare questo mezzo secolo.

22 novembre 2025 ( modifica il 22 novembre 2025 | 17:43)