L’inverno ha fatto il suo ingresso in maniera sull’entroterra Forlivese. Nelle ultime ore le correnti fredde di matrice artico-marittima hanno determinato un sensibile abbassamento delle temperature e le prime nevicate hanno raggiunto non solo le vette, ma si sono spinte a quote decisamente molto basse. Imbiancati non solo i passi, dove il manto ha raggiunto spessori importanti (oltre mezzo metro a quota 1500 metri), ma anche Tredozio, Premilcuore, Rocca San Casciano, Galeata e Santa Sofia, regalando scenari tipicamente invernali che richiamano l’atmosfera natalizia.
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Il vortice depressionario, colmo di aria fredda giunta dal Nord Europa, nel corso delle ultime ore è rimasto leggermente più a nord rispetto a quanto previsto venerdì e nei giorni scorsi dai modelli previsionali – spiega Manuel Mazzoleni, meteorologo di 3bmeteo.com -. Questo ha determinato un’intensificazione delle precipitazioni tra Emilia orientale e Romagna. Proprio in concomitanza delle precipitazioni più intense, ciò ha permesso alla neve di scendere fino a quote leggermente più basse rispetto a quanto si prevedeva, anche se già venerdì erano attesi accumuli a partire dai 300/400 metri. Il limite, invece, è sceso a tratti fin verso i 200-250 metri di quota, con fiocchi coreografici localmente anche più in basso”.
Avete un riferimento dei centimetri caduti in alcune zone?
“A quote collinari attualmente si registrano accumuli tra 20 e 30 centimetri di neve fresca. Trattandosi di neve “altimetrica”, scendendo di quota gli accumuli si riducono progressivamente, fino a scemare intorno ai 200/300 metri di altitudine”.
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Qual è l’attuale situazione atmosferica?
“L’aria fredda artica, dopo aver valicato le Alpi entrando dalla porta del Rodano, ha scavato un centro di bassa pressione che attualmente colloca il suo minimo depressionario sul Tirreno centro-orientale. La sua posizione ha favorito a sua volta l’ingresso della Bora, che a Trieste ha superato i 110 chilometri orari. Quest’ultima si è spinta su tutto l’alto Adriatico, generando mareggiate sulle coste romagnole e favorendo fenomeni di stau a ridosso dell’Appennino, con conseguente aumento dell’intensità delle precipitazioni”.
Si tratta di precipitazioni che arrivano dall’Adriatico. Il contrasto tra l’aria fredda e la superficie marina ancora calda ha fatto sì che le precipitazioni fossero più intense?
“Come in parte spiegato prima, la collocazione del centro depressionario più a nord ha favorito il ramo occluso della perturbazione nel coinvolgere in maniera più incisiva l’Emilia-Romagna. La presenza dell’aria fredda in quota, unita all’intensificazione delle correnti di Bora sull’Adriatico, ha ulteriormente alimentato l’instabilità, con fenomeni di stau (ovvero l’accumulo e il sollevamento forzato delle masse d’aria umida quando incontrano un rilievo montuoso: l’aria, costretta a salire, si raffredda rapidamente e genera precipitazioni più intense sul lato sopravvento) e conseguente ulteriore abbassamento della quota neve”.
Cosa è mancato per vedere la neve anche in città? Ci è mancato davvero poco…
“La neve non è riuscita a scendere sino in pianura, principalmente a causa delle temperature ancora positive nei bassi strati e, in secondo luogo, per la mancanza di precipitazioni intense, particolarmente in pianura. In quota è entrata aria molto fredda, che tuttavia ha interessato in maniera più incisiva il Nordovest e successivamente i bacini italiani centro-occidentali, interessando in maniera più marginale la Romagna e il versante adriatico. Qui, nei bassi strati (fino a 500/600 metri di quota), le temperature sono rimaste ampiamente positive, tra 4 e 6°C. Va detto che erano comunque previsti valori fino a -5°C al livello barico di 1500 hPa, corrispondente a circa 1300/1500 metri di quota. Questa aria fredda, unita alle precipitazioni più intense a ridosso dell’Appennino, ha favorito le nevicate fino a quote più basse”.
Cosa dobbiamo aspettarci per i prossimi giorni?
“Un miglioramento è atteso entro la fine della giornata, preludio a un avvio di domenica soleggiato ma freddo, con rischio di gelate fino a quote di bassa collina. Tuttavia, già verso la fine della giornata di domenica è previsto un aumento della nuvolosità per l’arrivo di una nuova perturbazione, che tra lunedì e martedì rinnoverà l’instabilità anche su Emilia e successivamente sulla Romagna”.
Altra neve sui colli?
“Questa perturbazione sarà alimentata da aria sudoccidentale leggermente più mite, che farà salire la quota neve oltre i 1500 metri. Un miglioramento più netto è atteso da metà settimana in poi, salvo qualche isolata nota instabile a ridosso dell’Appennino romagnolo. È possibile un nuovo peggioramento all’inizio di dicembre, ma la situazione è ancora da confermare”.
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