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Redazione Online

Oggi ha 62 anni e vive lontano dai riflettori. La soffrenza della cantante per aver cresciuto il bambino a distanza

Il grande rimpianto di Ornella Vanoni? Non essere stata molto presente nella vita del figlio, Cristiano Ardenzi, avuto da Lucio Ardenzi, impresario teatrale scomparso nel 2002, ex marito della cantante (dal 1960 al 1972). Come aveva raccontato a Renato Franco in una intervista: «Il mio grande rimpianto? Non essere stata presente come avrei voluto con mio figlio. Mio figlio ha sempre pensato che di lui ai suoi genitori non fregasse niente. Lavoravo tanto, ero spesso in giro. Non posso biasimarlo. Tutti abbiamo un senso di colpa per qualcosa, questo è il mio: se un figlio te lo fa pesare come madre soffri come una bestia. Ho sofferto io e ha sofferto lui»

Il rapporto madre-figlio è stato segnato da distanze e tentativi di riconciliazione che hanno accompagnato la cantante per tutta la vita. Oggi Cristiano ha 62 anni. La chiamava «Ornella», non «mamma», come lei stessa ha raccontato a Fabio Fazio a Che tempo che fa…



















































Quando Aldo Cazzullo le chiese perché si era sposata visto che non amava Lucio Ardenzi, la cantante aveva risposto: «Perché pensavo che prima o poi ci si deve sposare. Avevo avuto la tisi. Subito dopo Strehler; ma non me l’ha attaccata lui, sia chiaro! Ero vissuta per un anno e mezzo in montagna, vicino a Sestriere, con due cani, un lupo e un cocker. Un bel periodo: tornai che ero un fiore. Ma avevo bisogno di affetto, di abbracci».

Cristiano ha vissuto fin dall’infanzia lontano dai riflettori. Prima per scelta della madre, che temeva le intromissioni del mondo dello spettacolo, poi per sua decisione personale. Ha sempre mantenuto un profilo estremamente riservato: nessuna apparizione pubblica, niente social, nessuna intervista. Una vita semplice, distante dalla popolarità dei genitori, che lo ha visto costruirsi una famiglia propria – la moglie e due figli, Matteo e Camilla – senza mai cercare l’eco del cognome Vanoni.

Ornella Vanoni non ha mai nascosto il peso di aver cresciuto suo figlio a distanza. Nella sua autobiografia «Vincenti e perdenti» (La nave di Teseo, 2025), racconta senza filtri quanto avesse sofferto per quella scelta: affidare Cristiano ai nonni, pur amandolo profondamente, era stata una necessità dettata dal lavoro. Ma un bambino, diceva, certe spiegazioni non può comprenderle. E così, negli anni, quel gesto protettivo è stato vissuto dal figlio come un abbandono.

22 novembre 2025 ( modifica il 22 novembre 2025 | 22:09)