di
Lorenzo Sarra

Delibera di Palazzo Vecchio. I gestori: «Siamo stupiti, noi mai stati coinvolti»

L’era dei monopattini in sharing a Firenze, cominciata a dicembre 2020, finirà il primo aprile. Palazzo Vecchio, attraverso una delibera dell’assessore alla mobilità Andrea Giorgio, dice basta. Si punterà sul potenziamento del bike-sharing — «Con migliori tariffe», assicura Giorgio —, e forse sul noleggio di scooter e auto, negli ultimi anni diventato marginale.

Il Comune aveva puntato molto sui monopattini, ma alla fine la sperimentazione è risultata un boomerang. In particolare per la sicurezza stradale che, come ribadito ieri dalla sindaca Sara Funaro, «per noi è una priorità». Ma non solo. C’è da considerare la sosta selvaggia. I mezzi che spesso sfrecciano con due passeggeri a bordo. I controsensi. I veicoli finiti a galleggiare in Arno. L’assessore Giorgio sottolinea che dei monopattini in sharing è stato fatto un uso «spesso non conforme al codice, sia in marcia che in sosta, con i mezzi spesso parcheggiati male o che circolano in controsenso o sui marciapiedi».



















































Senza scordare la mancanza cronica del casco. A dicembre 2024 era entrato in vigore il nuovo Codice della Strada: targa e assicurazione — ancora da varare i decreti attuativi su questi aspetti — e appunto obbligo dell’elmetto anche sui monopattini elettrici. Che però, come raccontato dal Corriere Fiorentino poche settimane fa, sui mezzi a noleggio nessuno indossa mai. 

Secondo il Comune, a causa delle difficoltà degli operatori nel fornire i monopattini di elmetto. Problema confermato anche dalle aziende come Ridemovi e Bit: «Vengono rubati in continuazione». Ma anche i controlli dei vigili sarebbero stati carenti.

Non mancano le reazioni alla scelta di Palazzo Vecchio di fermare il servizio di noleggio monopattini dal primo aprile, come fatto in Europa da Parigi e da Madrid. Bird, che ha 600 monopattini in città come Bit e Ridemovi, spiega che «siamo stupiti, abbiamo saputo della notizia solo dalla stampa, nonostante da due mesi avessimo chiesto un incontro con l’assessore Giorgio. Non siamo stati presi in considerazione per analisi ed eventuali correttivi. I nostri monopattini sono sicuri perché hanno la geolocalizzazione, che limita la velocità a 6 km/h nelle aree pedonali e a 20 km/h altrove. Dati Istat chiariscono che l’incidentalità per i monopattini è da attribuire a quelli privati».
 
Non mancano da Bird accuse di favoritismo: «Firenze è l’unica grande città italiana con giunta di centrosinistra che si arrende alla proposta del ministro Salvini. Così si avvantaggia solo Ridemovi, che ha già un finanziamento del Comune da 800 mila euro per tre anni sul servizio delle bici». Ma Giorgio assicura: «Quando scadrà la concessione del bike sharing, faremo un nuovo bando sul servizio, nessun monopolio di Ridemovi».

Critiche anche da Bit: «Non c’è stato nessun dialogo con il Comune. A Firenze abbiamo 30 mila utenti attivi, il 97% italiani, col 54% delle corse fatte attraverso abbonamenti e pacchetti. Il servizio è molto apprezzato: è un enorme danno d’immagine per la città». 

Dello stesso tenore anche le dichiarazioni di Ridemovi: «Noi eravamo leader assoluti del servizio di monopattini in sharing a Firenze: il 70-80% delle corse complessive era a nostro appannaggio. Quindi per noi è una perdita importante».


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23 novembre 2025