«La stagione influenzale è iniziata alla grande. Di sicuro l’abbassamento repentino delle temperature» che si registra in questi giorni «non fa altro che aumentare l’intensità degli sbalzi termici, e spinge a stare di più in casa insieme. Ci sono, insomma, tutti quegli elementi ben noti che facilitano la diffusione di virus respiratori, ma in particolare del virus influenzale vero e proprio. Quindi credo che vedremo, come purtroppo si sta registrando anche in Inghilterra, una partenza intensa e una presenza importante di infezioni respiratorie». E’ l’analisi del virologo Fabrizio Pregliasco, che commenta all’Adnkronos Salute gli ultimi dati del bollettino RespiVirNet sull’andamento delle infezioni respiratorie acute nel nostro Paese.
I casi
Un andamento che vede un tasso di positività in crescita rispetto alla settimana precedente, con quasi 450mila nuovi casi dal 10 al 16 novembre, per un totale di oltre 2,1 milioni da inizio stagione. L’incidenza più elevata si osserva come spesso accade nei più piccoli, nella fascia d’età 0-4 anni, con circa 25,7 casi per 1.000 assistiti. Fra i virus dell’influenza, protagonista della stagione – guardando al panorama internazionale – è l’H3N2, sul quale nelle settimane scorse è arrivato un alert dal Regno Unito, dove l’influenza è partita in anticipo e con un’impennata di casi, e gli esperti hanno intercettato 7 mutazioni proprio in questo ceppo.
Le preoccupazioni
Il timore espresso dagli studiosi è che l’effetto possa essere una maggiore capacità di circolazione del virus. «E’ quello che temiamo», conferma Pregliasco, direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e Medicina preventiva dell’università Statale di Milano e direttore sanitario dell’Irccs ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio del capoluogo lombardo. Le persone sono ancora in tempo per vaccinarsi? L’esperto assicura di sì: «La vaccinazione dà una protezione dopo 10 giorni dal momento dell’esecuzione. Direi che siamo in tempo a vaccinarci, anche perché il grosso temiamo che debba ancora venire. Quindi ben venga la vaccinazione, che può proseguire fino a oltre la metà di dicembre e anche di più, ma ovviamente con una riduzione in termini di vantaggio di protezione», conclude.
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