A Jannik Sinner proprio non erano piaciute tante polemiche che si erano create sul suo conto quando è stata resa nota la sua rinuncia al fine settimana delle Finals di Coppa Davis. Per molti motivi: perché ha tutto il diritto di prepararsi per la stagione 2026 nel modo in cui crede e come ha bisogno in questa fase della sua carriera. E, tra le altre ragioni, perché lui il tennis lo conosce e comprende bene.
Parliamo di un giocatore che, fin dal 2024, quando cominciava a mietere i propri successi, ha sempre fatto in modo di far andare sotto i riflettori anche altri azzurri che negli stessi momenti si stavano giocando qualcosa d’importante. Un concetto che ha ribadito ancora di recente, ai microfoni di Sky Sport, nella quarta parte di “Jannik oltre il tennis”, quella che ormai sta diventando quasi una serie che percorre di anno in anno le gesta del quattro volte vincitore Slam.
La frase è una sola, di una potenza che si fa sentire sostanzialmente da sola: “La cosa che non mi piace è che abbiamo una squadra incredibile anche senza di me, e nessuno parla di questo“. Non solo Jannik, non solo Lorenzo Musetti, ma anche una profondità totale.
Totale, e tale da far sì che, poiché ci sono giocatori che sul veloce sanno giocare molto bene, l’Italia possa permettersi di lasciare il suo numero 4, Luciano Darderi, ancora senza convocazioni in Davis, anche perché ad oggi i risultati da lui ottenuti lontano dalla terra rossa non sono quelli di Flavio Cobolli, Matteo Berrettini e Lorenzo Sonego (che hanno tutti almeno un quarto Slam a testa, con Berrettini che ha anche raggiunto una semifinale e una finale).
Questo fa davvero capire come sia forte ad oggi il tennis italiano, con una schiera di giocatori che, peraltro, non ha ancora finito di dire quel che deve. Anzi, nella maggioranza dei casi ha semplicemente appena cominciato. Ed è questo il bello: si tratta di un’era che può durare ancora parecchio a lungo, almeno una buona decina d’anni (senza contare che stanno emergendo anche altri nomi, da Federico Cinà in giù).