di
Chiara Sandrucci

Una coppia di architetti trasforma uno edificio di Chieri in una «casa passiva» da 250 metri quadrati, con bollette quasi azzerate, comfort totale e energia rinnovabile prodotta dai pannelli fotovoltaici

Dopo il successo delle prime due, la terza «casa passiva» è stata per loro. Una coppia di architetti l’ha realizzata in tempi record con i soci dello studio RossoMattone, ristrutturando un edificio anni ’60 «senza qualità» nella prima cintura di Chieri. Acquisto nel dicembre 2020, trasloco nel giugno 2021, in mostra tra le case di OpenHouse e a Restructura nel 2024. Tre piani per 250 metri quadri di superficie. «Ci abitiamo con i nostri due figli e al piano terra ospitiamo lo studio: non l’abbiamo certificata “casa passiva”, ma lo è di fatto», spiega Guido Caresio, socio dello studio insieme alla moglie Nadia Ceroni e all’architetto Fabrizio Giraud. «La casa passiva garantisce prima di tutto un comfort che non ha eguali, oltre ad avere un’altissima efficienza energetica arrivando a consumare in buona parte dell’anno meno di quanto produce». 

Il segreto è l’isolamento

Lo studio RossoMattone aveva già realizzato da zero una casa nuova in legno con certificazione tedesca «PassivHaus» nel 2019 su un lotto edificabile a Chieri e nel 2021 aveva ottenuto la certificazione italiana «CasaClimaGold» per una cascina dell’800 ristrutturata a Moriondo torinese. «Le due certificazioni si sovrappongono quasi del tutto, a parte alcuni dettagli nei test previsti dai rispettivi protocolli — sostiene l’architetto Caresio —. Il principio che le accomuna è lo stesso: consumare il minimo possibile grazie al massimo isolamento termico». In questa ottica, la casa passiva ha quasi tutto in comune con casa clima. Primo, non essere disperdente. Ha l’isolamento a cappotto di tutte le pareti, serramenti a triplo vetro ed è «sigillata»: la tenuta all’aria è il valore più prescrittivo in entrambe le certificazioni (nelle prove la casa viene addirittura messa sovrappressione). 



















































Come funziona la «casa passiva»

Non devono esserci spifferi, nemmeno dalle prese elettriche. Perciò è poi necessario avere un impianto di ventilazione meccanica controllata (Vmc) per il ricambio dell’aria h24. «Un impianto che in realtà sarebbe utile anche in tutte le case dove si mettono i serramenti nuovi — osserva Caresio —, per evitare la formazione di muffe e condense». Non è vero, come si sente dire, che la casa passiva non respira. Lo scambio d’aria è controllato, la Vmc espelle l’aria prelevata da cucina e bagni e immette aria pulita dall’esterno in camere e soggiorno, filtrandola e riscaldandola o raffrescandola. «Ma le finestre possono essere comunque spalancate, non bisogna sentirsi vittima delle case passive — insiste l’architetto —. È come avere un’auto che garantisce certi consumi con un determinato stile di guida, nulla vieta di schiacciare sull’acceleratore quando ce n’è bisogno».
Per consumare meno, si massimizza anche l’esposizione al sole con la creazione di ampie vetrate che diventano il termosifone delle zone giorno, oscurate in estate da frangisole motorizzati che lasciano passare la luce. Così è stato fatto anche nell’abitazione di Chieri dei due architetti.

L’unifamiliare «senza qualità»

 «Il valore aggiunto della nostra casa — sostengono —, è aver riqualificato una unifamiliare anni ’60, senza alcuna qualità, dove abbiamo recuperato tutto il possibile. Un format replicabile in diversi contesti senza budget esagerati». Ristrutturare così costa di più, si calcola tra il 10 e il 25%. Ma poi negli anni si recupera in bolletta. «Con i prezzi dell’energia che variano tanto è impossibile stabilire in quanto tempo si rientra dall’investimento», ammette Caresio che nel primo anno è andato addirittura in attivo. «Da aprile 2022 a marzo 2023, abbiamo speso in tutto 686 euro di energia elettrica per riscaldamento e raffrescamento, acqua calda, piano cottura ad induzione e tutti gli elettrodomestici. Ma nel medesimo periodo, i 20 pannelli fotovoltaici hanno generato una extra produzione di energia rimborsata dal Gse per un totale di 839 euro. Alla fine abbiamo guadagnato 153 euro, anche se ora non è più così perché il costo dell’energia è aumentato». Oggi la famiglia Caresio spende circa 500 euro in 12 mesi per tutto. Ma l’obiettivo principale, ripetono, «non è tanto azzerare la bolletta, quanto vivere in un ambiente confortevole: aria salubre, benessere termico e isolamento acustico». 


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24 novembre 2025 ( modifica il 24 novembre 2025 | 11:26)