Con l’Italia a Oslo prese un’imbarcata che lo portò all’esonero, ora sul sintetico di Bodo si gioca gran parte del futuro della Juve in Champions

Ci risiamo. Sei mesi dopo, poco meno, Luciano Spalletti si ritrova davanti i norvegesi e, quando si parla di Norvegia e dintorni, per l’ex ct azzurro, oggi al timone bianconero, i cattivi pensieri si inseguono. Cosa accadde sei mesi fa, poco meno? Ad Oslo, l’Italia si fa male, molto male: Haaland e soci scappano sul 3-0 e scappano, soprattutto, in fuga in un girone di qualificazione mondiale che ci vedrà costretti agli spareggi di fine marzo. Apriti cielo! La sciagurata caduta di giugno mette Spalletti all’angolo e fuori dai radar della Figc: Luciano da Certaldo andrà in panchina da esonerato contro la Moldova a Reggio Emilia e andrà incontro al passaggio peggiore della sua carriera. Il Bodo non è la nazionale di casa, ma una realtà cresciuta in modo esponenziale negli ultimi otto anni: il segreto sta proprio nel l’identità di un gruppo dove vivono, felicemente, ragazzi del nord perché qui siamo oltre il circolo polare artico. Tradotto: non c’è Haaland, ma ci sono i suoi fratelli sulla strada di una Juventus costretta a non lasciare altri punti sul cammino della prima fase della nuova Champions League. 

sul sintetico—  

Tutto ciò che parla di Norvegia, per l’ex ct azzurro vuol dire malumore (eufemismo) e voglia di rialzare la testa: ad Oslo andò in scena una replica della Nazionale che il tecnico toscano guidò nei tristi Europei del 2024, a Bodo dovrà andare in campo una Juventus dal livello qualitativo più alto di quella osservata nelle prime quattro uscite del nuovo corso “spallettiano”. Si gioca sul sintetico, trappola perfetta per chi non è abituato ad una condizione simile. Si gioca al gelo e sotto le folate di vento, curva pericolosissima per chi non ha mai vissuto un ambiente così. Sei mesi dopo, poco meno, ci risiamo: andare oltre l’ostacolo Bodo non restituirebbe a Spalletti ciò che ha smarrito durante l’avventura con la divisa dell’Italia addosso, ma gli darebbe una bella spinta per smettere di “iniettarsi il veleno…” dopo la rovinosa caduta di Oslo e l’uscita dai radar della Figc, e non solo.