La stagione 2025 del tennis si è conclusa ufficialmente ieri con la disputa della finale di Coppa Davis tra Italia e Spagna. La vittoria degli azzurri, capitanati da Filippo Volandri, ha sancito la superiorità dell’Ital-tennis in questa competizione, trattandosi della terza affermazione consecutiva. Un confronto che, se vogliamo, segue in scia quello che c’è stato nel circuito ATP tra Jannik Sinner e Carlos Alcaraz.

I due giocatori non erano presenti a Bologna: l’altoatesino aveva annunciato che non avrebbe preso parte alla Davis, volendo privilegiare il recupero e la preparazione per la prossima stagione; l’iberico ha dovuto dare forfait per un infortunio, maturato proprio nel corso della finale delle Finals di Torino dove ha vinto Sinner. Alla fine della fiera, Carlitos ha chiuso da n.1 del mondo, ma Jannik si è portato a casa l’ultimo titolo importante del 2025, chiudendo il suo percorso con 2 Slam (Australian Open e Wimbledon) come Alcaraz e con la presenza in dieci finali dei dodici tornei giocati (6 titoli conquistati rispetto agli otto dello spagnolo).

A dire la sua su questa rivalità è stato il coach francese Patrick Mouratoglou, attraverso i propri canali di comunicazione. “Prima dei Big 3, il tennis aveva un Big 2: Federer e Nadal. All’epoca, stava accadendo qualcosa di insolito: Roger era il miglior giocatore del mondo, batteva tutti, dominava il circuito, ma Rafa era il migliore dei due. Per via della rivalità, per via degli schemi, perché Roger non aveva le soluzioni in quel momento. Era un paradosso, e affascinante“, ha dichiarato.

Ed è qui che ci sono delle somiglianze con Alcaraz e Sinner: “Oggi abbiamo un numero uno al mondo di nome Carlos Alcaraz, che ha sconfitto il suo nemico Jannik Sinner in 10 delle loro 16 partite. Alcaraz è in testa alla finale del Grande Slam con un record di 3-1 negli scontri diretti e 4-2 nel totale delle partite del Grande Slam. Tuttavia, Sinner batte costantemente tutti gli altri rivali del Tour e ha quasi raggiunto Alcaraz nella classifica ATP nonostante abbia saltato tre mesi di gioco“.

“Sebbene Carlos sia in testa alla classifica negli scontri diretti, i loro incontri sono estremamente combattuto. La finale del Roland Garros è stata decisa da piccoli dettagli; nulla lasciava presagire che uno dei due giocatori non avesse le risposte per l’altro. Tecnicamente, tatticamente e mentalmente, sono alla pari. Ciò che li distingue davvero è il modo in cui dominano tutti gli altri. Jannik lo fa con concentrazione, margine di errore e costanza. Contro la maggior parte dei giocatori, semplicemente non possono fare nulla. Carlos lo fa in modo diverso, con creatività, assunzione di rischi, vincenti esplosivi e, a volte, più alti e bassi. Ma quando alza il suo livello, nessuno riesce a stargli dietro“, ha sottolineato Mouratoglou.

“Questo incastro non è come Federer-Nadal. È qualcosa di nuovo. Qualcosa di unico. E onestamente, siamo incredibilmente fortunati a poterlo assistere fin dall’inizio“, ha concluso.