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Premiato con l’Alfredo Martini Maestri dello Sport, Roberto Pruzzo è stata una delle personalità più cercate e richieste nella cornice del Giglio d’Oro di Saverio Carmagnini. L’ex attaccante di Genoa, Fiorentina e soprattutto Roma ha avuto modo di raccontare la sua lunga passione per il ciclismo, pur senza avere mai pedalato.

«Se rinascessi sceglierei comunque il calcio, il mio grande amore, al quale ho dato tutto. Forse proverei a fare entrambi, calcio e ciclismo, anche se pedalare è sempre stato faticoso, più di giocare a pallone. Non c’è un momento esatto in cui mi sono appassionato al ciclismo. È sempre stato così. Non mi sono mai perso le classiche, dalla Milano-Sanremo alla Parigi-Roubaix, e ricordo benissimo lo struggente mondiale sfumato di Franco Bitossi (Gap 1972, ndr). Da buon genovese d’entroterra conosco a memoria il percorso del Giro dell’Appennino e adoro i grandi campioni del ciclismo odierno, da Pogacar che vince talmente tanto da annoiare fino ad Evenepoel passando per Van der Poel. Se Pogacar è forte tanto quanto Merckx? Impossibile fare paragoni tra due epoche così distanti e diverse. Diciamo che lo sloveno è il migliore della sua epoca».

Ma ora premi play e guarda l’intervista a Roberto Pruzzo raccolta dagli inviati di Bicisport al Giglio d’Oro di Saverio Carmagnini!