di
Cesare Zapperi
Oltre 190 mila preferenze per il governatore uscente del Veneto: «E da oggi sono ricandidabile»
DAL NOSTRO INVIATO
PADOVA – «Da oggi sono ricandidabile». Luca Zaia, di fronte al successo suo personale e della Lega, la butta lì con un sorriso sardonico. È una frase a metà tra la provocazione e la boutade, ma dice molto dello spirito di chi ha combattuto in solitaria una battaglia che molti volevano vietargli (no al terzo mandato, no alla lista Zaia, no al nome nel simbolo). Lo spirito di chi vuole far capire che, anche se da oggi si trova nella insolita veste di «semplice» consigliere, non toglierà il disturbo tanto facilmente. Di sicuro in Veneto, ma chissà se anche su un piano più generale (c’è chi ha ipotizzato un ruolo da vicesegretario della Lega).
Il record di consensi
In attesa di capire quale sarà il futuro, dalle urne emerge che sono stati moltissimi i veneti che hanno ascoltato il consiglio «Dopo Zaia, scrivi Zaia». Quando lo scrutinio è arrivato quasi al termine, gli elettori che hanno scritto il nome del presidente uscente hanno sfondato la soglia dei 190 mila. Un successo indiscutibile che poteva essere ancora più rotondo se l’affluenza alle urne non avesse subito un tracollo. «Se dopo 15 anni di governo ancora così tanta gente mi vuole bene significa che ho lavorato bene» commenta dal suo quartier generale di Treviso il Doge.
Zaia fa il boom di consensi a Treviso, Vicenza e Venezia (tra le 25 mila e le 30 mila preferenze in ciascuna provincia). I riconoscimenti e i complimenti gli arrivano da ogni dove, compreso Matteo Renzi («Ci sono tre vincitori: i candidati presidente eletti, il centrosinistra e Luca Zaia»). In proporzione, sono meno caldi quelli di marca leghista. Per Matteo Salvini il risultato brillante è da condividere equamente tra il presidente uscente, il suo successore e «tanti militanti senza nome che non hanno mai mollato». Non una manifestazione di grande affettuosità anche se il segretario si affretta a predire per Zaia un futuro importante. «Luca può fare tutto. Potrà continuare a servire il suo popolo come meglio crederà». Stefani è più generoso: «Spero rimanga in squadra per i prossimi trent’anni».
APPROFONDISCI CON IL PODCAST
«Guardate i dati»
Mentre i dati sulle preferenze affluiscono, il Doge sottolinea: «Adesso tutti hanno capito cosa intendevo quando dicevo vedrò di essere un problema. Andate a guardare i dati e capirete». E per essere ancora più chiaro: «Se oggi avessimo avuto la Lista Zaia questa maggioranza avrebbe avuto ancora più consiglieri. Si governa con i consiglieri non con le chiacchiere. E noi qui stiamo compiendo una missione impossibile se pensiamo agli ultimi risultati delle Europee».
Nel momento del successo conquistato, la mente corre alle ultime settimane di campagna elettorale in un clima in cui Fratelli d’Italia ha fatto capire chiaramente di aver sofferto la sua discesa in campo (anche se nessuno avrebbe mai immaginato che la Lega potesse ottenere il doppio dei voti): «Devo dire che non è stata una passeggiata. È vero che ero uscente, è vero che ero capolista, ma molti pensavano che il capolista veniva eletto automaticamente. È altrettanto vero che i miei colleghi di squadra, umanamente magari, dicevano anche che non serviva la preferenza a Zaia (come ha fatto l’assessore uscente Roberto Marcato invitando a non scrivere la preferenza per il suo presidente, ndr), perché comunque ne ha tante, e quindi non è stato facile, però è pur vero che c’è sempre questa adrenalina da elezioni».
Il futuro
Nell’immediato Zaia non abbandonerà i palazzi che sono stati la sua casa negli ultimi 15 anni. «Farò sicuramente il consigliere regionale» assicura mentre si affollano le richieste di sapere se si candiderà a sindaco di Venezia o se, invece, scenderà in campo per conquistare lo scranno alla Camera lasciato libero da Stefani. «Non so dire cosa farò in futuro, anche perché la vicenda di Venezia piuttosto che il tema delle suppletive in Parlamento sono fatti che arriveranno ad aprile-maggio, quindi per ora bisogna concentrarsi sul lavoro». Il risultato veneto così brillante rilancia anche il tema del modello partito. Per Zaia la strada tracciata in Germania da Cdu e Csu (partito locale e nazionale uniti in un patto federativo) è la via migliore per dare risposta alle diverse istanze provenienti da Nord e Sud. Salvini non ne è convinto ma il nodo è tutt’altro che sciolto.
La newsletter Diario Politico
Se vuoi restare aggiornato sulle notizie di politica iscriviti alla newsletter “Diario Politico”. E’ dedicata agli abbonati al Corriere della Sera e arriva due volte alla settimana alle 12. Basta cliccare qui.
24 novembre 2025 ( modifica il 25 novembre 2025 | 07:59)
© RIPRODUZIONE RISERVATA