Tra i nuovi soci anche il fondo Usa Andreessen Horowits, primo investitore di Twitter
Revolut vende azioni, fa spazio a nuovi soci di peso e raggiunge la valutazione stratosferica di 74 miliardi di dollari, dando così un nuovo impulso alla sua strategia di internazionalizzazione (soprattutto in Nord America) e al percorso di quotazione in Borsa.
La fintech fondata da Nik Storonsky e Vlad Yatsenko ieri ha annunciato un round di finanziamento attraverso la vendita di una nuova tranche di azioni proprie, anche da parte dei dipendenti, in una operazione che è stata guidata dai fondi Coatue, Greenoaks, Dragoneer, Fidelity Management & Research Company e che ha visto la partecipazione di un gruppo di investitori anche più ampio.
Tanti fondi Usa
Secondo voci raccolte dall’agenzia di stampa Bloomberg, l’operazione avrebbe avuto un valore di tre miliardi di euro. Tra i big che andranno a rimpolpare l’azionariato di Revolut da ieri quindi figurano il venture capital californiano Andreessen Horowitz, tra i primi investitori di Twitter e i fondi Usa Franklin Templeton e T. Rowe Price. E a questo giro ha puntato la sua fiche anche NVentures, la divisione di capitale di rischio di Nvidia.
I dettagli
Si rafforza così la collaborazione con il leader tecnologico statunitense in aree chiave, a partire dall’intelligenza artificiale. Una prima raccolta fondi nel 2021, guidato da SoftBank e Tiger Global, aveva valutato l’azienda 33 miliardi di dollari, mentre un’altra cessione di azioni da parte del personale nell’agosto 2024 aveva portato Revolut a 45 miliardi di dollari. Oggi la fintech — vigilata dalla Banca Nazionale della Lituania e dalla Bce — ha superato il valore di Deutsche Bank, Barclays e Société Generale. «Questo traguardo riflette i notevoli progressi compiuti negli ultimi dodici mesi verso la nostra visione di costruire la prima banca veramente globale, al servizio di 100 milioni di clienti in 100 Paesi», ha commentato Nik Storonsky, ad e co-fondatore di Revolut, che conta oltre 65 milioni di clienti in tutto il mondo, dei quali più di 4 milioni in Italia e un utile pre-tasse di 1,4 miliardi nel 2024.
Gli analisti
Gli analisti sostengono che la tecnologia e il marchio Revolut abbiano un notevole fascino, ma sottolineano che gran parte dei suoi profitti proviene ancora dai clienti che negoziano criptovalute e dai redditi generati dai tassi di interesse più elevati. I depositi medi dei clienti sono molto inferiori rispetto a quelli delle banche tradizionali e i dirigenti riconoscono che troppo pochi clienti lo utilizzano come conto principale.
25 novembre 2025
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