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149 arbitri e 1.024 giocatori sono stati sospesi nelle scorse settimane dalla Federazione calcistica turca, con sanzioni che vanno da 45 giorni fino a un anno di squalifica; tra i giocatori, in 102 giocano nelle prime due serie nazionali. Sono i numeri, notevoli, dello scandalo scommesse nel calcio turco che, secondo quanto detto dal procuratore di Istanbul Akin Gurlek, potrebbe presto espandersi fino a coinvolgere dirigenti, allenatori e commentatori sportivi.
Il caso è venuto fuori il 27 ottobre, quando la Federazione turca ha reso noto che oltre un centinaio di arbitri e guardalinee scommettevano sulle partite; secondo l’inchiesta, 371 dei 571 arbitri professionisti avevano piazzato almeno una scommessa su una partita di calcio, e alcuni avrebbero fatto anche più di 10mila puntate. È una grave violazione delle regole del calcio internazionale, dato che le scommesse da parte di arbitri, giocatori e dirigenti sono vietate dalle norme della FIFA, la Federazione internazionale; è proibito anche solo avere un account registrato su un sito di scommesse.
La cosa si è fatta più grossa quando sono venuti fuori anche nomi di giocatori della Süper Lig, la massima serie del calcio turco, coinvolti nell’inchiesta, seppur pochi siano conosciuti a livello internazionale. Il più noto è Eren Elmali, 25enne difensore del Galatasaray e della Nazionale turca, che è stato escluso dalla lista dei convocati per le qualificazioni mondiali della scorsa settimana. In totale, i giocatori squalificati che giocano per squadre della Süper Lig sono 27, gli arbitri 7. Per il momento la maggior parte di loro è accusata di aver scommesso su partite di calcio, e non di aver truccato le partite a cui hanno partecipato.
Su alcuni giocatori, arbitri e dirigenti però, ci sono anche sospetti di partite alterate in prima persona con lo scopo di guadagnare dalle scommesse. Un’altra inchiesta condotta dal procuratore generale di Istanbul (dalla giustizia ordinaria, quindi, non da quella sportiva) ha portato all’arresto di 21 persone, tra le quali Murat Ozkaya, il presidente della squadra di Süper Lig Eyüpspor: sono accusati, tra le altre cose, di abuso d’ufficio e di aver truccato alcune partite.
Il giornalista turco Tahir Kum del resto ha rivelato che tutto era iniziato in seguito alla partita di terza divisione tra Ankaraspor e Nazillispor del 28 aprile del 2024, finita 0-0 e senza nessun tiro in porta, sulla quale c’era stato un volume di scommesse insolitamente ampio e sospetto. Da lì era partita un’indagine (sportiva) su molte altre partite che lo scorso settembre aveva portato come prima cosa alla squalifica di due presidenti e 18 giocatori delle serie minori.
Sebbene le dimensioni siano considerevoli, in Turchia lo scandalo non ha sorpreso troppo. Come raccontato da Emre Sarigul sul Guardian, nel calcio turco vige da tempo una fortissima cultura del sospetto nei confronti degli arbitri, accusati dai tifosi di favorire alcune squadre, come il Galatasaray e il Fenerbahçe. Simili circostanze possono sembrare frequenti tra gli appassionati di calcio, ma nel caso turco raggiungono un livello quasi inedito. In molti casi sono accuse infondate, ma ci sono stati in passato diversi scandali legati a corruzione e scommesse.
Nell’estate del 2011 una cinquantina di persone tra giocatori e dirigenti erano state arrestate con l’accusa di aver truccato i risultati di 19 partite di Süper Lig: tra essi c’erano pure i presidenti di due dei più importanti club del paese, Aziz Yildirim del Fenerbahçe e Sadri Şener del Trabzonspor. Quel caso, però, si era poi abbastanza sgonfiato, e già nel 2015 tutti gli accusati erano stati scagionati, non senza malumore da parte di molti tifosi.
Questo clima di sospetti causa spesso episodi gravi. Nel dicembre del 2023, per esempio, il presidente dell’Ankaragücü Faruk Koca (che è anche un esponente dell’AKP, il partito del presidente Recep Tayyip Erdoğan) è stato arrestato per aver colpito con un pugno un arbitro al termine di una partita.
Ora il presidente della Federazione calcistica turca Ibrahim Haciosmanoğlu promette che il nuovo scandalo non si concluderà con un nulla di fatto, ma anzi che «ripulirà lo sporco» del calcio turco. D’altro canto Haciosmanoğlu è noto per non avere molta simpatia nei confronti della classe arbitrale del paese: nell’ottobre del 2015, quando era presidente del Trabzonspor, sequestrò per alcune ore dentro lo stadio un arbitro che aveva negato un rigore alla sua squadra, per poi liberarlo solo dopo l’intervento di Erdoğan.
Secondo l’inviato del Financial Times Funja Guler, comunque, i tifosi sono molto scettici nei confronti dell’indagine; il sociologo Dağhan Irak ha sostenuto che «non ci si può fidare di alcuna indagine, in questo paese». I sospetti sono accresciuti dal fatto che il principale sito di scommesse al centro dello scandalo, Misli, è di proprietà del Demirören Group, che possiede numerosi media turchi ed è ritenuto vicino a Erdoğan.
Per il momento non ci sono club direttamente coinvolti nello scandalo, ma solo singoli arbitri e giocatori, che hanno ricevuto squalifiche individuali. Se, nel prosieguo delle indagini, dovessero emergere responsabilità anche da parte di dirigenti e allenatori, e se si dovesse appurare che la regolarità delle competizioni è stata compromessa, potrebbero arrivare sanzioni anche per le società, come penalizzazioni, retrocessioni o sospensioni.