Serino analizza così i temi caldi di casa Toro dopo la disfatta contro il Como

Il Torino affonda malamente in casa contro il Como: il 5-1 subito desta più di un campanello di allarme. Proviamo ad analizzare quanto accaduto con Serino Rampanti, nel nuovo appuntamento con “Parola al Mister”.

Serino, cosa ne pensi di quanto si è visto lunedì?“Mi viene da pensare a quanto i tempi cambino. Una volta, quando si giocava contro la Norvegia, l’Italia partiva nettamente favorita e il dubbio riguardava solo quanti gol avrebbe fatto. Così come, fino a poco tempo fa, sarebbe stato impensabile pensare ad un Como in grado di venire a Torino e fare cinque gol. Questo ci deve fare riflettere, badando a dove e come è partito il Como, prendendo un allenatore come Fabregas per il settore giovanile già pensando che sarebbe stato, dopo poco tempo, il tecnico della prima squadra. Un mister con idee solide che cerca di mettere in campo con originalità, riuscendo soprattutto a programmare con la società in modo efficace. Credo sia un grande merito dell’allenatore creare una giusta amalgama di giocatori giovani, con caratteristiche tecniche buone se non ottime. Si vede chiaramente la bravura di questi ragazzi e dell’allenatore nell’assemblarli e nell’avere trasmesso la sua filosofia. Il secondo tempo è stato drammatico per il Torino ed esaltante, invece, per il Como. Abbiamo constatato una grande differenza a livello tecnico”.

Il Torino, comunque, aveva 4-5 assenze di peso. Quanto ha influito? “In parte. Quando si assembla una rosa, non ci deve essere troppa differenza tra chi gioca e chi non gioca. Il gap tra prime e seconde linee, lo si è visto, è troppo ampio. E dire che dopo il 5-0 iniziale contro l’Inter la squadra si era ripresa bene. Una coincidenza che mi è parsa sorprendente è che, in entrambe le occasioni in cui Masina è partito titolare, il Torino ha preso cinque gol. In generale, mi sembra che qualche giocatore sia demotivato e stia facendo vedere il peggio di sé. Credo che il presidente Cairo dovrà provvedere ad agire. La squadra ha bisogno assolutamente di qualche cambio a gennaio: c’è chi deve andare via e c’è chi deve arrivare”.

In quali reparti serve migliorare di più, secondo te? “Io insisterei con Nkounkou a sinistra, è entrato quando le cose ormai erano compromesse. Cercherei più che altro un esterno destro, e soprattutto rinforzi in difesa. Pure in mezzo al campo credo ci siano giocatori, come Asllani, che non riescono a incidere. In quel ruolo, però, ripongo sempre fiducia in Ilic. Sicuramente un altro centrocampista, tuttavia, ci vuole, anche perché continuo a ripetere che Vlasic e Casadei sono entrambi adattati in quel ruolo, non sono centrocampisti veri e propri. Vlasic è più attaccante, Casadei sinceramente non riesco a definirlo. Ho questo grande limite, nei suoi confronti come di altri”.

Quale è il problema di fondo, secondo te?“L’allenatore aveva delle idee, ha capito però che non erano adatte ai giocatori in rosa. Sta facendo il possibile, ma è chiaro che questo risultato ha messo a nudo dei problemi. Secondo me, è anche positivo che sia successo prima del mercato di gennaio, cosicché la società abbia la possibilità di migliorare alcune cose”.

Zapata per la prima volta titolare dopo l’infortunio. Bisogna insistere su di lui? “Stavolta la scelta è stata obbligatoria, vista l’assenza di Simeone e Adams. Se però questi due stanno bene, devono giocare loro, perché Zapata è ancora lontano dalla forma migliore. Ci vuole pazienza, ci vogliono mesi di tempo”.

Verso Lecce, cosa ti aspetti? “Quando si è reduci da una sconfitta di tali proporzioni, l’importante è stoppare l’emorragia che c’è stata. Il Torino deve uscire da Lecce almeno con un punto. Così si potrà riprendere. Ci vuole almeno un pareggio, altrimenti cominciano a subentrare altri problemi”.