Le parole del tecnico della Fiorentina a quasi 24 ore dalla sfida al club ateniese
Domani sera, giovedì 27 novembre, al Franchi di Firenze andrà in scena Fiorentina-AEK Atene, quarto match del girone unico di Conference League. In quanto vigilia parla alla stampa il tecnico dei viola, Paolo Vanoli. Qui di seguito le sue dichiarazioni:
Sulle aspettative per la partita: “La Conference non è un ostacolo. E’ una partita che ci permetterà di vedere i mostri miglioramenti e altri giocatori. E’ una cosa importante. Il nostro pensiero è per questa coppa che arriva al momento giusto. Se vogliamo diventare grandi, dobbiamo abituarci a giocare ogni tre giorni”.
Sull’importanza del match: “E’ tutto importante. L’allenamento fatto oggi, come quello che faremo domani. Dobbiamo entrare in una mentalità diversa. Su questo punto ogni giorno. Non siamo nelle condizioni di sottovalutare alcun allenamento.”
Sulla formazione e sull’esordio europeo da allenatore: “Domani vedremo in campo Dzeko e De Gea. Ho parlato con Martinelli che tratto come un vero giocatore. L’esordio europeo è uno step importante per me, ma adesso devo pensare alla squadra. Me lo godrò più avanti quando avrò tempo per me. Dobbiamo iniziare ad inserire qualcosa sul piano tattico e di qualità non solo cuore”.
Sugli avversari: “L’AEK Atene mi è piaciuto molto dalle sedute video. Mettono sei uomini ad attaccare la linea difensiva. Hanno giocatori di gamba sugli esterni e sono a tre punti dalla prima in campionato. La tifoseria è calda. Hanno la migliore difesa del campionato a parimerito. Io ho avuto la fortuna di poter sapere cosa è il campionato greco. Sono passati tanti giocatori dal nostro campionato. Qualcuno (Jovic?) conosce bene il campo di Firenze e avrà voglia di rivalsa”.
Su Richardson: “Sono qua da venti giorni. Non guardo in faccia nessuno. Chi dà tutto negli allenamenti avrà sempre una possibilità. Abbiamo bisogno di tutti. Vedi Parisi, vedi Koaudio (che è entrato benissimo). Mi aspetto di più dai giocatori di esperienza. Voglio che trascinino”.
Sul caso-Gudmundsson: “A volte si giudicano male le prestazioni in Nazionale perché si vedono solo gli highligths. Chi vuole diventare un campione sa trascinare e prendere in mano la squadra. Io pretendo questo. Ha le qualità. E’ un giocatore importante per questa squadra e questo gruppo. Oggi è un passaggio importante anche per lui. Sono convinto che ci porterà grandi soddisfazioni. Dai giovani mi aspetto l’errore; da altri mi aspetto leadership”.
Su Comuzzo: “L’ho trovato in crescita. In under 21 ha avuto minutaglia. E’ di grande prospettiva. Quello che è successo lo può aver condizionato, ma adesso zero alibi. E’ un giocatore che mi piace molto. E’ forte sull’uomo e attento in fase difensiva. Deve migliorare tecnicamente. Lui, come la squadra, deve imparare a reagire all’errore. Io non critico l’errore, critico la paura di sbagliare. Può fare il centrale dei tre dietro, così il braccetto. Può giocare anche a quattro. E’ universale”.
Su Pablo Marì: “E’ un ragazzo che viene seguito dallo spogliatoio. Mi è piaciuta la reazione che ha avuto nel secondo tempo. Aveva un cliente difficile (Vlahovic). A volte con la Juvenetus abbiamo sbagliato di reparto. Quando vedi un compagno in difficoltà devi aiutarlo di più. E’ stato poco coraggioso portando poco in avanti la linea, soprattutto nel primo tempo. Nel secondo abbiamo avuto più coraggio con e senza palla. Può capitare la partita storta. L’importante ora è lavorare sugli errori”.
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