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Gli annunci di tagli dovuti all’impiego (in sostituzione) dell’intelligenza artificiale, sono ancora piuttosto rari. Ma iniziano a far discutere. Già diverse aziende hanno annunciato piani di ridimensionamento del proprio organico, con rimpiazzi – più o meno ufficiali – a firma dell’AI.

Stavolta, a far rumore è la decisione di HP, noto produttore americano di personal computer, che ha annunciato un nuovo piano di ristrutturazione che porterà al taglio di 4.000-6.000 posti di lavoro entro il 2028, puntando in modo deciso sull’automazione tramite strumenti di intelligenza artificiale. La strategia arriva mentre il gruppo presenta previsioni di utile inferiori alle attese e affronta un aumento significativo dei costi dei chip di memoria, che sta frenando i benefici del ciclo di rinnovo dei PC.

Secondo il ceo della società con sede a Palo Alto (in California), Enrique Lores, l’azienda si aspetta risparmi lordi annuali per 1 miliardo di dollari a fine 2028, frutto dei tagli e dell’adozione più estesa di AI in funzioni come sviluppo prodotto, customer support, vendite e manifattura. «È qualcosa che dobbiamo fare per garantire che l’azienda resti competitiva», ha spiegato l’amministratore delegato.

Più nel dettaglio, il piano prevede 650 milioni di dollari di oneri di ristrutturazione, di cui 250 milioni concentrati nell’anno fiscale 2026, iniziato l’1 novembre scorso. Al termine dell’anno fiscale 2024 HP contava circa 58.000 dipendenti.

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Va detto anche che non è la prima volta che il gruppo americano affronta una riduzione del personale di questa portata. Tre anni fa l’azienda aveva già lanciato un programma simile, anch’esso mirato a eliminare tra 4.000 e 6.000 posti di lavoro. Quel piano aveva generato risparmi per 2,2 miliardi di dollari, secondo i dati forniti dalla stessa HP.