La crisi che da mesi grava sul mercato della bicicletta europea ha raggiunto anche Campagnolo, storico marchio vicentino e simbolo dell’eccellenza italiana nel ciclismo. L’azienda ha comunicato ai sindacati un piano di tagli che prevede la riduzione di 120 posti di lavoro su 300 dipendenti, una misura che segna uno dei momenti più delicati nella lunga storia del marchio.
Secondo Campagnolo, i dati economici degli ultimi tre esercizi (2023, 2024 e 2025) mostrano perdite complessive superiori ai 24 milioni di euro. La produzione, nel bilancio consolidato al 31 maggio 2024, è scesa da 132 a 82 milioni di euro, mentre il risultato netto ha registrato un rosso di 15 milioni.
L’azienda vicentina sottolinea che, nonostante un finanziamento complessivo di 10 milioni di euro da parte dell’azionista tra novembre 2024 e dicembre 2025, la liquidità attuale non consente di garantire la continuità dell’impresa senza un intervento drastico sui costi, incluso il personale.
Nel 2025 Campagnolo ha lanciato la nuova piattaforma Super Record 13 — non un semplice gruppo ma un sistema modulare pensato per adattarsi indifferentemente a bici da corsa, all‑road e gravel. Con la versione Super Record X 1×13 wireless destinata al gravel e con il modello 2×13 per la strada, Campagnolo dichiarava di voler “cancellare la differenza tra gravel e corsa”, offrendo la stessa qualità e flessibilità su qualsiasi tipo di bici.
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Annunciato il taglio del 40% dei dipendenti
“I dati attuali e la congiuntura del settore non lasciano alternative”, recita la nota ufficiale di Campagnolo. Annunciato un taglio del 40% dei dipendenti: “Il piano industriale approvato prevede una riduzione del costo del lavoro del 40%, necessaria per garantire la prosecuzione dell’attività nello stabilimento vicentino, seppur su scala ridotta”.
L’azienda fa inoltre sapere che un piano di sviluppo prodotto è già in corso, con l’obiettivo di rilanciare il marchio a livello globale, ma che senza un riequilibrio dei costi non è possibile tornare a pieno regime.
Sindacati contro i licenziamenti
Dall’altro lato, i sindacati, e in particolare la Fiom Vicenza, hanno espresso forte contrarietà alla misura. Marco Maraschin, funzionario Fiom, sottolinea che “la crisi del settore c’è, ma non giustifica licenziamenti così pesanti. Esistono margini per tutelare tutta la forza lavoro e aprire un confronto serio sulle prospettive industriali”.
La Fiom chiede all’azienda di individuare soluzioni alternative e di presentare un piano industriale chiaro e credibile, capace di ridare slancio a Campagnolo senza sacrificare un terzo dei posti di lavoro.
Istituzioni a tutela dei posti di lavoro
La notizia degli esuberi ha sollevato anche l’attenzione delle istituzioni locali. Il consigliere comunale Raffaele Colombara ha presentato un’interrogazione al sindaco e alla giunta di Vicenza, chiedendo un intervento immediato per verificare le intenzioni della proprietà e sollecitare un confronto tra azienda, sindacati e istituzioni per trovare soluzioni che evitino tagli lineari.
Quello che sta accadendo a Campagnolo riflette una dinamica più ampia del settore ciclistico europeo: dopo il boom post-pandemia, la domanda si è progressivamente contratta, lasciando produttori e distributori con eccedenze di prodotto e margini sempre più risicati. Anche uno dei marchi più iconici, conosciuto in tutto il mondo per innovazione e qualità, non è immune agli effetti di questa congiuntura.
Nei prossimi giorni, sono previste assemblee tra lavoratori e sindacati per decidere le strategie di azione: su Bikeitalia continueremo a seguire l’evolversi della vicenda.
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Business & Economia
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