C’è un gruppo di pusher che spaccia hashish, marijuana ma anche crack, nella zona della stazione di Alba. Un gruppo di almeno otto uomini, molti dei quali con precedenti. Hanno venti o trent’anni, non oltre i quaranta. Sono nati nel centro Africa. Alcuni hanno iniziato a vendere droghe pesanti e leggere a Torino, nella zona di Porta Nuova. Poi, hanno capito che bastava prendere un treno regionale per estendere il giro di affari. E si sono fermati ad Alba.
Appartiene a questo gruppo di pusher esperti il 35enne indagato per violenza sessuale nei confronti di una studentessa di 20 anni. Era il 3 ottobre. La ragazza era al bar della stazione e aspettava di andare a scuola. Ha incontrato qui il 35enne, che le ha offerto da bere. Lei, ragazza fragile e con alcuni problemi psichiatrici, era già alterata dall’alcol. E lui, secondo la Procura di Asti, che indaga coordinando il lavoro dei carabinieri, si è approfittato dello stato di inferiorità della studentessa. Era poco lucida. Non in grado di capire. Confusa e stordita. Il fatto è avvenuto dentro un appartamento, dove l’uomo ha portato la ragazza.
Le immagini video
Gli investigatori sono riusciti a risalire all’identità del sospettato non solo grazie alla visione dei filmati delle telecamere, che hanno immortalato sia il presunto aggressore, difeso dall’avvocata Francesca D’Urzo, sia la parte offesa. Ma anche grazie a un precedente lavoro d’indagine sullo spaccio. L’uomo indagato è stato riconosciuto, dalle stesse immagini riprese dagli occhi elettronici, dai carabinieri che indagavano sullo spaccio di stupefacenti nella zona della stazione. Avevano già visto quel ragazzo, molto spesso lì. Ma non solo. Lo avevano già indagato – lui adesso è a piede libero – con altri sette pusher. Alla fine di maggio i militari hanno eseguito una serie di misure di custodia cautelare, contestando «plurime cessioni di sostanze stupefacenti» agli otto indagati, tra cui il presunto aggressore della studentessa. Le misure sono scattate – alcune sono decadute – grazie all’installazione di tre telecamere fisse, che per tre mesi hanno ripreso ogni cessione. L’epicentro dello spaccio era il tunnel della passerella che sovrasta e collega le due entrate della stazione e i binari. Gli spacciatori avevano un giro rodato. C’è un indagato che ha effettuato 51 cessioni in due mesi. Di marijuana, ma anche di crack.
Tra i clienti anche ragazzine minorenni.
IL CASO
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27 Novembre 2025
Lo stesso cappellino
Al 35enne accusato di avere violentato la studentessa, in questa indagine sono contestate otto cessioni di droga, con l’aggravio, scrive la Procura, «della recidiva reiterata specifica e infraquinquiennale». Nei filmati esaminati dai militari si vede l’uomo, con un cappellino da baseball, avvicinare una donna che si siede vicino a lui, e lasciare cadere tra le sue gambe qualcosa. Poco dopo la donna gli sporge delle banconote.
E sono sempre state le telecamere, questa volta quelle sul piazzale davanti alla stazione, a riprendere il pusher il 3 ottobre scorso, mentre cammina fuori dal bar con la ragazza. Lui ha un cappellino molto simile a quello che usava per spacciare.