È la contraddizione più affascinante del tennis italiano. Il paradosso che divide, incuriosisce, alimenta discussioni e — soprattutto — continua a vincere. Lorenzo Musetti, 23 anni, talento purissimo indicato da Omar Camporese come l’alternativa più credibile sulla terra battuta al dominio di Sinner e Alcaraz, ha appena chiuso un 2025 da film: qualificazione alle ATP Finals, prima vittoria al Master dei Maestri, top 8 mondiale, una stagione di bellezza tecnica e coraggio emotivo.
Eppure, insieme ai suoi rovesci scolpiti nel marmo di Carrara, è tornato a inseguirlo anche il suo “problemino”: le bestemmie in campo, il lato oscuro di un campione che vibra, esplode, sente — troppo.