di
Ruggiero Corcella

Dopo anni di calo, il contagio da morbillo torna a impennarsi nel mondo; in Europa e negli Stati Uniti in particolare si registrano focolai preoccupanti. Vaccino disponibile, ma la soglia di protezione rimane lontana

Negli ultimi decenni sono stati fatti passi avanti significativi nella riduzione della mortalità da morbillo, ma i casi di contagio stanno risalendo in modo preoccupante. Nei Paesi con coperture vaccinali elevate la malattia da tempo non rappresentava più una priorità visibile, ma ora torna al centro dell’attenzione. Lo evidenzia il nuovo Rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità.  Secondo i dati forniti, i decessi per morbillo sono crollati dell’88 % dal 2000 al 2024. E, tuttavia, nel 2024 il virus ha mietuto ancora circa 95mila vittime, in maggioranza bambini sotto i 5 anni. Si tratta del numero più basso registrato negli ultimi 14 anni, ma che si sarebbe potuto evitare o ridurre semplicemente con la vaccinazione. 
Tuttavia, i casi di morbillo stanno crescendo in tutto il mondo, come testimoniano le cronache: sempre nel 2024 si stima un incremento dei casi globali: circa 11 milioni di infezioni, quasi 800mila in più  rispetto al 2019,  ultimo anno pre-pandemia. 

«Il morbillo è il virus più contagioso al mondo, e questi dati mostrano ancora una volta come sfrutterà ogni lacuna nelle nostre difese collettive contro di esso», sottolinea Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore Generale dell’OMS. «Il morbillo non rispetta i confini, ma quando ogni bambino in ogni comunità viene vaccinato contro di esso, si possono evitare focolai costosi, salvare vite e questa malattia può essere eliminata da intere nazioni».




















































I numeri

I casi di morbillo nel 2024 sono aumentati dell’86% nella Regione Mediterranea Orientale dell’OMS, del 47% nella Regione Europea e del 42% nella Regione del Sud-Est asiatico rispetto al 2019. In particolare, la Regione Africana ha registrato un calo del 40% dei casi e del 50% dei decessi in questo periodo, in parte dovuto all’aumento della copertura vaccinale.
Sebbene recenti aumenti di morbillo si verifichino in paesi e regioni dove i bambini hanno meno probabilità di morire grazie a una migliore alimentazione e accesso alle cure sanitarie, gli infetti restano a rischio di gravi complicazioni a vita come cecità, polmonite ed encefalite (un’infezione che causa gonfiore cerebrale e potenzialmente danni cerebrali)

Coperture vaccinali: troppo lontane dalla soglia critica

Il rapporto sottolinea che una copertura efficace richiede almeno il 95 % dei bambini vaccinati con due dosi, per fermare la trasmissione e proteggere le comunità dagli focolai. Eppure, i dati globali sono ben al di sotto: nel 2024 la copertura della prima dose (MCV1) è stata l’84 %, mentre per la seconda dose (MCV2) la percentuale è scesa al 76 %.
La situazione nei paesi a basso reddito è ancora più critica: MCV1 al 66 % contro un 94 % nei paesi ad alto reddito.
Non sorprende quindi che il rapporto stimi oltre 30 milioni di bambini nel 2024 come «non adeguatamente protetti». Tre quarti di loro vivono nelle regioni africane e del Mediterraneo orientale, spesso in contesti fragili, colpiti da conflitti o vulnerabili.

Il «rimbalzo» post-pandemia e le fragilità emerse

La pandemia di Covid-19 ha avuto un impatto pesante anche sul controllo del morbillo: campagne vaccinali sospese o ritardate, sorveglianza rallentata, servizi sanitari messi sotto stress. Il report evidenzia che nei due anni successivi alla crisi sanitaria globale si è ampliata la platea dei suscettibili, favorendo l’accensione di nuovi focolai. Nel 2024 ben 59 Paesi hanno segnalato focolai importanti, un numero quasi tre volte quello del 2021 e il numero più alto dall’inizio della pandemia di Covid-19. Tutte le regioni, tranne le Americhe, hanno avuto almeno un paese che ha vissuto un grande focolaio nel 2024. La situazione è cambiata nel 2025, con numerosi paesi delle Americhe che hanno combattuto focolai.

Focolai sul suolo europeo, americano e nel mondo

I numeri recenti raccontano una situazione in cui il morbillo torna ad affacciarsi anche nei Paesi che credevano di esser fuori pericolo. La Revisione a Medio Termine dell’Agenda Immunizzazione 2030 (IA2030), sottolinea che il morbillo è spesso la prima malattia a ricomparire quando la copertura vaccinale diminuisce. L’aumento delle epidemie di morbillo sta mettendo in luce le debolezze dei programmi di immunizzazione e dei sistemi sanitari a livello globale, minacciando i progressi verso gli obiettivi IA2030, inclusa l’eliminazione del morbillo.

  • In Europa: la regione Oms Europa ha registrato 127.350 casi nel 2024, raddoppiati rispetto al 2023 e al livello più alto dal 1997
  • Per i Paesi UE/EEA: secondo l’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC), nel 2024 sono stati notificati 35.212 casi nel blocco UE/EEA, contro 3.973 nel 2023 — un aumento di circa dieci volte.
  • Negli Stati Uniti: al 25 novembre 2025 i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) segnala 1.798 casi confermati nel 2025, di cui l’87 % associati a 46 focolai.  A titolo di confronto, nel 2024 sono stati segnalati 16 focolai e il 69% dei casi (198 su 285) era associato a un focolaio.

Sorveglianza, laboratori e investimenti in stallo

Il rapporto evidenzia anche gli sforzi di sorveglianza: nel 2024, più di 760 laboratori del Global Measles and Rurosles Laboratory Network (GMRLN) hanno analizzato oltre 500mila campioni , un incremento del 27 % rispetto all’anno precedente.
Tuttavia, l’Oms lancia un avvertimento: i tagli ai finanziamenti per campagne vaccinali, sorveglianza e risposta ai focolai — soprattutto nei paesi fragili — possono erodere rapidamente i successi. Nel documento si specifica che tali riduzioni «potrebbero ampliare le lacune immunitarie e alimentare nuovi focolai».

L’eliminazione torna un obiettivo in bilico

La conquista dell’eliminazione del morbillo — assenza di trasmissione endemica per almeno 12 mesi — oggi appare messa in discussione. A fine 2024 solo 81 Paesi avevano ottenuto la «certificazione» di eliminazione, tre in più rispetto all’anno precedente. Ulteriori progressi sono stati fatti nel 2025 con i paesi e le aree insulari del Pacifico verificati a settembre 2025, e Cabo Verde, Mauritius e Seychelles verificate questo mese, diventando i primi paesi della Regione Africa dell’Oms ad essere verificati per l’eliminazione del morbillo. Questo porta il numero totale di paesi che hanno eliminato il morbillo a 96.
Ma attenzione: la Regione delle Americhe, che aveva più volte raggiunto lo status, lo ha perso nel novembre 2025 a causa della trasmissione continua in territori come il Canada.
L’Oms chiede dunque: «Servono investimenti persistenti, campagne di recupero mirate, sorveglianza capillare e risposte rapide ai focolai». Perché «ogni singolo decesso da morbillo è inaccettabile», recita il rapporto. 

29 novembre 2025