“Perché Alcaraz deve alzare il livello? Perché Jannik è attualmente il numero uno al mondo nel servizio e nella risposta. È unico. Abbiamo avuto giocatori che dominavano un lato dell’equazione: Roger nel servizio, Rafa e Novak nella risposta. Ma mai entrambi. Questa è una novità nella storia del tennis”. A dirlo è Patrick Mouratoglou che, sui social network, ha voluto soffermarsi sulla rivalità tra Jannik Sinner e Carlos Alcaraz. Il tecnico ha spiegato: “A parte la finale del Roland Garros, che è stata incredibilmente combattuta, le altre tre sono state più sbilanciate. A Wimbledon Sinner è stato nettamente migliore. Agli US Open Carlos è stato nettamente migliore. Alle ATP Finals Sinner è stato di nuovo nettamente migliore. Il servizio ha deciso tutto. Sinner ha servito a un livello completamente diverso, il migliore dell’intero torneo. E non solo il servizio in sé, ma il servizio, il terzo colpo e la capacità di prendere subito il controllo. Dopo quella finale US Open, se mi avessero chiesto chi avesse il servizio migliore, avrei risposto: Alcaraz. Dopo Torino? Non c’è dubbio: Sinner ha il servizio migliore in questo momento”.

Nadal ammette: “Mi manca il campo. Sinner e Alcaraz? Non come i Big Three”. E sul futuro…

Sinner e Alcaraz nel 2026, l’analisi di Mouratoglou

Secondo Mouratoglou, Alcaraz dovrà lavorare duramente nel prossimo anno: “A Torino troppi errori non forzati di rovescio. Momenti di calo di concentrazione sul dritto. Forse stanchezza di fine stagione, forse semplicemente gli manca la stessa sicurezza indoor. Ma la risposta è chiara: se vuole dominare nel 2026, deve iniziare a migliorare i primi due colpi, servizio e risposta”. Infine, poi, si è soffermato sulla fantastica mentalità di Sinner: “C’è un momento che spiega tutto: il set point contro di lui nella finale delle ATP Finals, nel primo set. Seconda di servizio. Jannik colpisce a 187 km/h nell’angolo, puro rischio. Dopo la partita ha detto: ‘Avevo tre opzioni. Ho scelto la più rischiosa. Se dovevo perdere il set, dovevo farlo alle mie condizioni’. Questa è la mentalità d’élite. La mentalità necessaria per vincere queste finali. Ed è esattamente quello che ha imparato dopo gli US Open”. 

 

 

 

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