Mentre l’amministrazione Trump, nella sua lotta contro i cartelli della droga, intensifica la pressione sul Venezuela con un importante dispiegamento militare nei Caraibi, che include la più grande portaerei del mondo, il presidente degli Stati Uniti ha dichiarato che lo spazio aereo sopra e vicino al Venezuela dovrebbe essere considerato “completamente chiuso.

“A tutte le compagnie aeree, piloti, narcotrafficanti e trafficanti di esseri umani”, ha scritto Trump sul suo social network Truth, “vi prego di considerare che lo spazio aereo sopra e intorno al Venezuela sia completamente chiuso”.

Gli Usa accerchiano il Paese con un massiccio dispiegamento militare nei Caraibi. Jet e soldati adesso possono utilizzare la struttura militare di San Isidro. E, secondo il New York Times, il tycoon avrebbe sentito Maduro.

Washington ha fatto sapere che l’obiettivo è quello di frenare il traffico di droga, ma Caracas insiste che il cambio di regime è il vero obiettivo finale.  Dall’inizio di settembre, le forze statunitensi hanno effettuato attacchi contro più di 20 presunte navi venezuelane dedite al narcotraffico nel Mar dei Caraibi e nell’Oceano Pacifico orientale, uccidendo almeno 83 persone

Washington non ha ancora rilasciato prove che le navi prese di mira siano state utilizzate per il contrabbando di droga o abbiano rappresentato una minaccia per gli Stati Uniti e gli esperti affermano che gli attacchi equivalgono a esecuzioni extragiudiziali, anche se prendono di mira trafficanti noti. 

Negli ultimi giorni, secondo i siti web di tracciamento aereo, sarebbe stata registrata un’attività costante di jet da combattimento statunitensi a poche decine di chilometri dalla costa venezuelana. Anche la Repubblica Dominicana, Paese vicino al Venezuela, ha concesso questa settimana agli Stati Uniti il permesso di utilizzare le strutture aeroportuali nell’ambito del suo dispiegamento, mentre l’isola di Trinidad e Tobago, situata a pochi chilometri dal Venezuela, ha recentemente ospitato esercitazioni del Corpo dei Marines degli Stati Uniti.

Le tensioni hanno causato gravi interruzioni nei viaggi aerei da e per il Venezuela. La scorsa settimana le autorità aeronautiche statunitensi hanno esortato gli aerei civili che operano nello spazio aereo venezuelano a “esercitare cautela” a causa del “peggioramento della situazione della sicurezza e dell’intensificazione dell’attività militare in Venezuela o nei suoi dintorni“. Questo avvertimento ha spinto sei compagnie aeree, che rappresentano gran parte dei voli in Sud America, a sospendere i voli per il Venezuela. La mossa ha fatto infuriare Caracas e l’ha portata a vietare l’accesso alle compagnie aeree – la spagnola Iberia, la portoghese TAP, la colombiana Avianca, la cilena LATAM e la brasiliana GOL e la brasiliana Turkish Airlines – per “aver aderito alle azioni di terrorismo promosse dal governo degli Stati Uniti“.

Il presidente Maduro, la cui rielezione lo scorso anno è stata ampiamente respinta dall’opposizione come fraudolenta, ritiene che l’operazione miri segretamente a rovesciarlo. Ha reagito con aria di sfida, organizzando esercitazioni militari e raduni di massa volti a dimostrare forza e sostegno popolare. 
Il New York Times venerdì ha riportato che Trump e Maduro si sarebbero parlati telefonicamente la scorsa settimana e discusso di un possibile incontro negli Stati Uniti. La notizia della telefonata Trump-Maduro è arrivata il giorno dopo che il presidente degli Stati Uniti aveva dichiarato che gli sforzi per fermare il traffico di droga venezuelano via terra erano imminenti, aumentando ulteriormente le tensioni con Caracas.