La partita contro l’AEK peggio che contro il Lecce. Allenatore e giocatori lasciati soli dalla società

“Più in basso di così – cantava Daniele Silvestri – c’è solo da scavare”. Come dire: non è mica vero che una volta toccato il fondo non si può che risalire. Si può sempre iniziare ad esplorare il sottosuolo e, purtroppo, è esattamente quello che sta facendo la Fiorentina. Lo dico perché quanto visto contro l’Aek mi ha sinceramente lasciato senza parole e, incredibile ma vero, a mio modo di vedere (si torna a Silvestri) siamo andati addirittura più in basso rispetto alla già terrificante partita col Lecce. Pensavo e pensavamo che quello sarebbe stato il fondo e invece, ripeto, considero la prestazione di giovedì per tanti versi più grave. Perché veniva dopo due gare con qualche piccolo (ma apparentemente concreto) segnale di crescita; perché non c’è più l’alibi/scusa/motivazione del rapporto finito tra giocatore e allenatore; perché le pressioni erano decisamente inferiori e perché, adesso, anche il cammino in Europa rischia di essere compromesso.

Non ho fatto in tempo a scrivere di come e quanto il gruppo mi paresse già rispecchiare lo spirito di Vanoli insomma, che han voluto ricoprirmi di ridicolo. La dicotomia tra il tecnico tarantolato per 90′ davanti alla panchina e il piattume deprimente espresso dai calciatori infatti è stata imbarazzante. Tanto che lo stesso tecnico somigliava più a una parodia di se stesso che non (quale ritengo sia) un allenatore con diverse idee interessanti e, soprattutto, con carattere e orgoglio da uomo vero. Ma loro? I giocatori? Non riesco nemmeno a prendermela più di tanto o ad essere chissà quanto duro perché inizio seriamente a pensare che, “semplicemente”, non abbiamo forza ne risorse per tirarsi fuori dal fosso che si son scavati. Lo dico senza girarci tanto attorno insomma: ad oggi, non vedo né chi né come possa salvare questa Fiorentina.

Servirebbe una tifoseria decisa a turarsi il naso e a caricarsi la squadra sulle spalle e, in tutta sincerità, anche giovedì fino al fischio finale si son sentititi soltanto incitamenti. Eppure, arriva Edin Dzeko (seguito a ruota dal mister 5′ più tardi…senza che nessuno tra i dirigenti si preoccupasse di intervenire…) e se ne esce con una dichiarazione mettiamola così…inopportuna. E sia chiaro: qua non discuto quanto possa esser complicato l’ambiente di Firenze (se ne lamentano praticamente tutti quelli che se ne vanno ed è sicuramente un tema) ma come può saltare in mente di uscirsene con quelle parole dopo una prestazione (indegna) come quella? Parole sulle quali si potrebbe anche discutere, ma certamente arrivate nel peggior momento possibile. Con un rischio, enorme: mettersi “contro” lo stadio. E chi vive questa città, lo sa: se c’è un modo per esser certi di fallire e sprofondare è esattamente questo. La situazione insomma si fa sempre più seria e a renderla ancor più grave (dispiace dirlo) c’è la totale inadeguatezza della società.

Per intendersi: Dzeko come detto ha commesso un gravissimo errore ma il problema ancor più enorme è che in una serata del genere, in una situazione del genere, davanti ai microfoni si presentino sempre e solo giocatori e allenatore. Abbandonati a loro stessi, mentre chi dovrebbe prendere in mano il timone cercando di tener la barra il più possibile dritta, semplicemente, si nasconde. Del resto, da Atene in giù, è sempre stato così. Se n’era accorto anche Palladino, di quanto fare l’allenatore di questa Fiorentina significhi lottare da soli contro tutti. Stampa critica (come il sottoscritto) compresa. E statene certi: il fatto che non ci sia più Daniele Pradè non ha fatto calare la voglia di rivincita del tecnico dell’Atalanta. Perché è stato in ballo fino all’ultimo per tornare e, dentro di sé, ha avuto forte la convinzione che non sia successo perché a decidere siano sempre i soliti che (dal suo punto di vista) l’avevano spinto ad andarsene.

Difficile insomma, per non dire impossibile, immaginare come la Fiorentina domani possa uscire “viva” dalla gara con l’Atalanta. Servirebbe tutto quello che non si è mai visto o che, appena accennato (vedi Genoa e Juventus) è prontamente scomparso facendo ripiombare i viola nel buio più profondo. Non resta che sperare nell’incredibile….ben sapendo (ma cos’altro si potrebbe fare, ormai?) che chi visse sperando….