La Vuelta a España 2026 non vivrà le sue ultime tappe sulle strade delle Isole Canarie. Quello che era un accordo, fra organizzatori e amministratori locali, molto vicino a concludersi, è poi naufragato; il motivo stava nel rifiuto, da parte della politica regionale, di ospitare la corsa qualora questa portasse la Israel-Premier Tech (o più in generale, una realtà israeliana) a gareggiare in zona. In particolare, è stata l’amministrazione di Gran Canaria a fare marcia indietro e a comunicare che il prospettato gran finale della Vuelta 2026 non avrebbe avuto luogo sull’isola in questione.

Pochi giorni dopo, però, quella che era la Israel, già abbandonata da Premier Tech, ha comunicato i connotati della sua ristrutturazione, che culmina nella nuova denominazione NSN Cycling Team: la proprietà della squadra è passata di mano, la licenza sportiva diventerà svizzera e uno dei due sponsor primari, NSN appunto, è una azienda che ha anche radici spagnoli, con l’ex calciatore Andrés Iniesta coinvolto nella gestione.

Rimpianti, alle Canarie? “Noi non potevamo rischiare di essere associati a quella che era una situazione così difficile – le parole di Carlos Álamo, consigliere delegato al turismo dell’amministrazione di Gran Canaria, riportate da Marca – E non volevamo far parte del processo di pulizia dell’immagine di Israele attraverso lo sport. La notizia del cambio di proprietà è arrivata troppo tardi, perché tutto quel che c’era da finalizzare era già stato completato giorni prima“.

Álamo però rilancia: “Sono convinto che la Vuelta tornerà qui da noi. E spero che questo accada preso. Continueremo a lavorare affinché questo accada. Il nostro territorio può ospitare diverse tappe e offrire un grande spettacolo. Personalmente, punto già ell’edizione 2027. Ci proveremo, è difficile, ma ci stiamo già lavorando”.

Il ciclismo rimane un filone da sfruttare per gli amministratori di Gran Canaria: “Abbiamo strade che possono valere percorsi incredibili – aggiunge il rappresentante politico canario – Idealmente, potremmo anche pensare di ridare vita a una corsa come Vuelta a Gran Canaria e possiamo anche lavorare a un Criterium, che possa permetterci di mettere la nostra isola in maniera permanente sulla cartina del ciclismo mondiale. Non sono parole buttate lì, gli ingranaggi sono già in movimento”.