di
Roberta Polese
Comuni e polizia stradale sono stati chiamati a registrare ogni dispositivo presente sul territorio nel sito del Ministero: «In Italia sono 3.614»
Gli autovelox censiti in Veneto, almeno fino a ieri, 29 novembre, erano 428, più 12 tutor nelle autostrade. Gli occhi elettronici che fotografano le violazioni dei limiti di velocità sono stati raccolti dal ministero dei Trasporti nel sito: velox.mit.gov.it/dispositivi, piattaforma dedicata al censimento nazionale degli autovelox, imponendo a Comuni e polizia stradale di registrare entro oggi ogni dispositivo presente sul proprio territorio. L’obiettivo era aumentare la trasparenza su numero, caratteristiche e posizione degli impianti, dopo anni di polemiche sui presunti usi «furbi» degli autovelox per incrementare gli incassi da multe più che per garantire la sicurezza stradale.
«Operazione verità»
«Il censimento fatto dal Ministero è prima di tutto un’operazione verità – spiega Luigi Altamura, comandante della polizia locale di Verona e componente del Tavolo di Coordinamento sulla sicurezza stradale e urbana presso l’ANCI – chi diceva che i Comuni “fanno cassa” con “migliaia di autovelox”, può ricredersi: i dispositivi in Italia sono 3.614, in Francia ne hanno 5 mila solo lungo le autostrade, in Veneto sono 428, più i tutor arriviamo a 440 apparecchi, è bene chiarire – aggiunge ancora Altamura – che non esistono altri dispositivi oltre a quelli che sono nella lista del Ministero, i velox inseriti nel portale sono quelli effettivamente in funzione, quelli che non si trovano nella lista sono già di fatto inutilizzati, è scorretto dire che da oggi verranno spenti». Ora chi prende una multa per eccesso di velocità potrà controllare sul portale se compare il dispositivo che ha fatto partire la multa: «Se la sanzione arriva da un dispositivo che non compare in quella lista si tratta di una sanzione illegittima» spiega Altamura.
Approvazione e omologazione
Ma attenzione: questo censimento non dirime l’ormai cronico problema degli apparecchi autorizzati o omologati su cui si sta esponendo la Cassazione. Per riassumere: In recenti sentenze la Corte precisa che approvazione e omologazione non sono equivalenti. La prima è un controllo limitato sul prototipo, mentre la seconda prevede verifiche tecniche complete richieste dal Codice della strada per gli strumenti che accertano la velocità. Per questo la Cassazione civile ha stabilito che i dispositivi solo approvati non possono provare le violazioni dell’art. 142 Codice della Strada, la Corte ha spiegato che i contratti di fornitura dei dispositivi agli enti prevedevano apparecchi omologati, ma quelli forniti ai Comuni erano solo approvati, creando una difformità sostanziale indipendente dalla mancata contestazione degli enti. Questo contenzioso non viene chiarito dal censimento: «Il ministero ci ha chiesto solo di descrivere che apparecchi usiamo, non ci ha chiesto i dispositivi omologati, non esistono dispositivi omologati» chiarisce ancora Altamura. «Per dirimere la questione che sta impegnando i tribunali serve una legge – afferma Carlo Rapicavoli, Direttore di Anci Veneto – il censimento è importante per rendere omogenei i dispositivi installati prima e dopo il 2017, ma la questione resta: pochi giorni fa il Ministero ha emanato una circolare che, parlando di un ricorso specifico, chiariva ancora, dal suo punto di vista, la sovrapposizione tra autorizzazione ed omologazione, ma se non si cambia la legge scrivendo che le due parole sono sovrapponibili, i ricorsi continueranno».
«La sicurezza prima di tutto»
«Sono convinto anch’io che l’unico a intervenire debba essere il legislatore – aggiunge il sindaco di Treviso Mario Conte, che nella sua città ha visto vari ricorsi contro le multe dei suoi autovelox – noi non abbiamo mai voluto spegnere i nostri autovelox, abbiamo sempre messo davanti a tutto la sicurezza degli automobilisti, la legge deve cambiare anche perché continuiamo ad essere in causa con gente che gira a 200 km all’ora nelle nostre strade, è una grave perdita di tempo e di soldi, anche pubblici».Nel 2024 i capoluoghi di provincia veneti hanno complessivamente incassato dai velox 79 milioni di euro, il 12 per cento in più rispetto al 2023.
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30 novembre 2025 ( modifica il 30 novembre 2025 | 08:38)
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