Facce da TGM – L’Opinione è lo spazio dedicato alle “columns” di The Games Machine: articoli e visioni su argomenti caldi o fortemente dibattuti che animano le discussioni, anche molto dure, all’interno della redazione di TGM, talvolta con posizioni – davvero o solo in apparenza – antitetiche. L’obiettivo è dar voce ai nostri redattori come specchio del quadro complesso e articolato, talvolta persino controverso, che circonda il mondo dei videogiochi, all’interno di confini dettati da etica e buon gusto ma senza depotenziare il messaggio e, così, la ricerca di confronto su temi sensibili e delicati. Buona lettura!

Questa una news riassuntiva su quanto accaduto su HORSES (la sua pagina di acquisto, ora su GoG) tra Steam e Santa Ragione, con le rispettive dichiarazioni. 

Non possiamo ancora parlare di arte nel contesto della distribuzione dei videogiochi.
Distribuzione, attenzione. Perché a livello contenutistico penso che possiamo parlare di arte videoludica già da molti anni. Sono del parere che ogni prova che faccia uso di forme, colori e musica sia espressione artistica, piuttosto discuterei sugli obiettivi di tali prove e di come vengono veicolati dall’opera e interpretate dai riceventi. Ammesso che ne abbiano la possibilità.

POSSIBILITÁ NEGATA

Sì, perché oggi dobbiamo tornare a parlare di censura. Pura e semplice, la parola è questa. Vediamo un po’ cos’è successo: i ragazzi di Santa Ragione sono a ridosso dell’uscita della loro nuova opera, Horses. Chi ha giocato altre produzioni di questo studio sa bene che parliamo di un gruppo con una visione artistica abbastanza eclettica, che ha saputo ritagliarsi una discreta nicchia di appassionati. Vedi qualche screen di Saturnalia e poi, anche se non lo giochi, te lo ricordi. Non può che esserci quindi curiosità su ciò che tireranno fuori dal cappello la prossima volta. Curiosità che non verrà soddisfatta su Steam, a causa di non meglio precisate infrazioni delle linee guida. Possiamo trovare la storia nella news di due giorni fa e leggere la versione degli sviluppatori direttamente dal loro sito.

Mettiamoci comodi.

Ormai la notizia ha fatto il giro del settore, la decisione di Steam è inappellabile, il gioco è comunque acquistabile da altre parti. Anzi, se va come la volta scorsa, qualche store più liberale potrebbe cogliere la palla al balzo per un’altra tornata di sconti/regali a tema. Non parliamo di un oggetto culturale che verrà perduto, insomma. Volevo più che altro concentrarmi sull’aspetto umanistico di questa situazione. Il primo effetto che possiamo notare sono conseguenze economiche catastrofiche per lo studio e non simpatiche per il mondo del gaming in generale. Per lo studio perché Santa Ragione è un team piccolino che ha sempre fatto le cose sue, senza tentare di scalare l’industria con produzioni “pop” che tentano di piacere un po’ a tutti. Viaggiando sempre a cinghia stretta, non uscire sullo store principale su PC sarà un grave problema a livello di introiti mancati.
In generale perché venendo da un percorso di studi artistico, io sono un bambino dispettoso. Mi dici che non posso giocare/vedere una cosa, la prima cosa che faccio è andare a vedere il primo altro posto dove è disponibile. Attenzione, non significa ritenere ogni contenuto alla portata di tutti, né che si possa dire o fare proprio tutto tutto nella sfera dell’intrattenimento. Ci sono censure che forse possono trovare una ragion d’essere, purché siano motivate. Purché mi venga proposto almeno un motivo per cui potenzialmente essere d’accordo. Ed eccoci al vero nodo della faccenda.

I contenuti intensi andrebbero comunque contestualizzati nel resto della narrativa

Ora, io posso anche capire che Steam voglia avere delle regole di pubblicazione ferree, in quanto struttura che alla fine è un negozio, più che un ente di preservazione ed esposizione di arte videoludica. Ma da quello che ho potuto leggere di questa storia, faccio fatica a metterle a fuoco. La risposta automatica che Santa Ragione riferisce di aver ricevuto é:

“After review, we will not be able to ship your game HORSES on Steam. While we strive to ship most titles submitted to us, we found that this title features themes, imagery, or descriptions that we won’t distribute. Regardless of a developer’s intentions with their product, we will not distribute content that appears, in our judgment, to depict sexual conduct involving a minor. While every product submitted is unique, if your product features this representation—even in a subtle way that could be defined as a ‘grey area’—it will be rejected by Steam. For instance, setting your game in a high school but declaring your characters are of legal age would fall into that category and be banned. This app has been banned and cannot be reused. Re-submissions of this app, even with modifications, will not be accepted.”

Come molti altri giochi controversi, Horses si propone come esperienza più contemplativa che smanettona.

L’ultima riga non lascia spazio a interpretazioni, la prima decisione di Steam è anche quella finale. Molto amaro sentirsi rifiutati dalla prima impressione, dato che poi il personaggio provvisorio di una build provvisoria è stato sostituito da un corrispettivo adulto. E il cui atteggiamento sarebbe comunque da contestualizzare nel resto della narrativa.
Ora, dobbiamo parlare di un numero: su Steam vengono pubblicati ogni giorno tra i 50 e i 60 nuovi contenuti, tra giochi interi, espansioni e varie. A meno di ipotizzare un dipartimento occupato 24/7 a provare i giochi, è inevitabile che una prima scansione avvenga tramite algoritmo o IA. La mancanza di successiva chiarezza su ciò che ha reso la build finale di Horses impresentabile, mi fa purtroppo pensare che non ci siano stati ulteriori approfondimenti. Non riesco a spiegarmi altrimenti la vaghezza comunicativa.

IN BUONA COMPAGNIA

A questo pensiero si aggiunge il solito “e allora gli altri?” che suonerà pure come una chiacchera da bar, ma è fattuale. Credo che siamo tutti consapevoli che di videogiochi da contenuti violenti e/o erotici più o meno accentuati ce ne sono a iosa. Basti pensare ad Agony nella sua versione unrated, che propone un’interpretazione dell’inferno Dantesco senza alcun freno con attributi intimi in bella vista sia da lato oppressi che da lato dominatori/trici. O a una scena di Indika che non spoilero e che avviene off-screen, ma non ho ricordi dell’ultima volta che la protagonista di un videogioco decide di provare quella strategia. Mentre invece nel cinema è un risvolto narrativo che mi viene in mente in diverse opere. O potremmo citare anche Wednesdays, visual novel di nicchia la cui frase introduttiva denota la presenza di un tema scottante. E penso potrei continuare per un’altra pagina con esempi di “temi proibiti”, se vogliamo possiamo coinvolgere anche Silent Hill 2 o il suo recente cugino floreale, ma credo che ci siamo capiti.

È un problema di contenuti, di presentazione degli stessi…?

Fortunatamente parliamo di giochi ancora ben disponibili da molte parti, ma non è il caso di esempi come Devotion, che si collocano nella censura di tipo politico. In questo caso il gioco è acquistabile nello store ufficiale dello sviluppatore taiwanese Red Candle.

Ci sono distribuzioni alternative a quelle del primo mercato per PC

VILE Exhumed invece, viene bannato dalla vetrina di Steam e passa al modello di distribuzione a donazione libera. Qui la struttura ludica consiste totalmente nell’esplorare il contenuto del PC di un individuo poco rassicurante e ricostruire gli ultimi eventi, quindi siamo dalle parti della visual novel, che di nuovo, non è l’unica ad avere una ricerca artistica cruda, né a esplorare alcuni argomenti difficili al suo interno. La connessione che posso notare nei vari giochi censurati è che si tratta perlopiù di produzioni molto minori, con temi difficili e senza un nome che abbia la potenza di un brand o di addetti ai lavori noti. Per oggi la lezione è che se sei piccolo meglio creare prodotti “tranquilli”, onde evitare rischi di fraintendimento, prime impressioni pregiudizievoli e l’obbligo a cercare distribuzioni alternative a quelle del primo mercato per PC. Ed ecco il promemoria che la concorrenza fa bene.

Provocazione: in un universo dove Silent Hill 2 non è esistito, ce la farebbe a venire concettualizzato e sviluppato oggi con QUEL colpetto di scena? Che discussione avrebbe attorno?

Non è la fine del mondo, insomma. Molti giochi ci sono, alcuni proibiti si rivolgeranno ad altri store, altri diventano freeware. Non sono qui per addossare a qualche distributore accuse di oscurantismo. Mi rimane tuttavia la domanda iniziale: Steam, va bene, è il tuo negozio, fai quello che vuoi, ma cos’è di preciso che invece non vuoi? È questa domanda che sta facendo casino. O ci sono regole chiare per tutti, inequivocabili e una giuria che analizza giochi problematici e dice i punti precisi per cui oltrepassano il limite, o per forza di cose sviluppatori con progetti audaci rivaluteranno i rischi creativi. Con la quantità assurda di produzioni di ogni genere che vengono riversate sullo store trovo anche razionale, se non addirittura desiderabile che si faccia un po’ di selezione. Ma non credo che questo sia stato l’approccio giusto. A me non resta che rivolgermi a qualcun altro per vedere che c’è di così scandaloso nel recinto dei cavalli, ma nel mondo occidentale del 2025 speravo di non dover ancora leggere e parlare di censura.

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