Leo Gassmann, l’erede che ha scelto la musica insieme al cinema
Leo Gassmann, che finora ha deciso di dividere la sua carriera tra musica e cinema, ha sempre sottolineato l’importanza del suo cognome. Ha spiegato che è stato papà Alessandro a volere reinserire la doppia “n”, una era stata tolta ai tempi delle leggi razziali, «perché fiero delle nostre origini ebraiche». Quel cognome oggi è parte identitaria.
Figlio di Alessandro Gassmann e Sabrina Knaflitz, Leo ha scelto in parte di spostarsi dalla linea di discendenza di Vittorio Gassman, grande “Mattatore” del cinema. Da bambino entra in conservatorio, si avvicina alla chitarra e alla scrittura. La sua gavetta passa per X Factor e nel 2020 per la vittoria tra le Nuove Proposte a Sanremo con “Vai bene così”.
Da allora ha pubblicato due album in studio e una colonna sonora, oltre ad aver debuttato nel 2023 all’Ariston tra i Big con “Terzo cuore”. Il richiamo del mondo del cinema però è forte: nel 2024 arriva sul set Rai di Califano, dove interpreta il Califfo e riceve il Nastro d’argento come Rivelazione dell’anno. Nel 2026 torna a Sanremo con un pubblico suo e una carriera che si muove su due binari paralleli. In questo caso il cognome non si nasconde: si rivendica, ma la sostanza è fatta di brani, ruoli e premi.