Seduti vicino nel viaggio di ritorno da Roma a Napoli, i due hanno festeggiato la vittoria dell’Olimpico. E David ha finalmente svoltato

Alessandra Vaccaro

1 dicembre – 14:01 – NAPOLI

“Craque”, è la formula con cui Noa Lang consacra David Neres nel post partita all’Olimpico. Lo fa alla sua maniera. L’olandese posta sui social un’immagine in treno, di ritorno da Roma, in compagnia dell’amico brasiliano: i due esterni esultano a modo loro, seduti l’uno accanto all’altro, mimando gesti rapper. L’esultanza è per la vittoria, per le prestazioni, per il gol decisivo di David e perché no, anche per la ritrovata titolarità. È la terza partita consecutiva tra campionato e Champions in cui la coppia di trequartisti del 3-4-2-1 risulta decisiva, convincente e, finalmente, anche un piacere per gli occhi. Simbiotici tatticamente, amici fuori dal campo. Neres e Lang si sono consolati a vicenda nell’avvio di stagione in cui hanno visto poco il campo, scacciando l’amarezza con post social divertenti. Neres è andato a segno nelle ultime due partite di campionato, doppietta contro l’Atalanta e gol vittoria contro la Roma. Porta a casa il premio Mvp della gara e un’esultanza memorabile anche a caldo all’Olimpico. “Non so bene che animale sia, è l’esultanza di Neres e noi ci divertiamo insieme. Avevamo un patto, se uno dei due avesse servito assist all’altro avremmo dovuto fare l’esultanza insieme. Con l’Atalanta ci eravamo dimenticati e con la Roma abbiamo recuperato”, ha svelato Rasmus Hojlund (assistman del brasiliano nelle ultime due di serie A) ai microfoni di Dazn nel post gara. Ogni volta che Neres segna mima il volo di uccello. È un’aquila? No. A dirla tutta non lo sa neanche Neres di che uccello si tratti, “forse lo scoprirò”, ammette il brasiliano sempre nel post gara. 

volo—  

Una cosa è certa, l’esultanza è un volo, quello che ha spiccato recentemente in maglia azzurra. Davide Neres è, senza dubbio, il simbolo della rinascita della squadra di Antonio Conte. Relegato in panchina nell’avvio di stagione, raramente il brasiliano è riuscito a strappare una maglia da titolare prima del nuovo corso azzurro. Con il Genoa e il Torino è partito dal primo minuto, rispettivamente esterno alto a sinistra e esterno alto a destra nel 4-1-4-1. Contro il Como, invece, nel 4-3-3 ha occupato la posizione che fino a un annetto fa era il regno di Khvicha Kvaratskhelia. Atteggiamento assonnato, sempre discreto, disponibile al sacrificio, anche quello di attendere in religioso silenzio il proprio turno in panchina, Neres ha dimostrato di essere un attaccante estremamente duttile, il più versatile che Conte abbia a disposizione. Può spaziare su tutto il fronte d’attacco, ricoprendo il ruolo di esterno alto a destra, a sinistra, di trequartista (come nelle ultime tre gare tra campionato e Champions) e anche di falso nueve come successo contro l’Inter. Non lo aveva mai fatto precedentemente in carriera, eppure l’esperimento con i nerazzurri ha portato alla vittoria e a un’inedita e convincente soluzione offensiva. Prima della recente ri-esplosione, Neres non andava in gol dal 4 gennaio scorso, nella gara contro la Fiorentina. L’anno scorso si è reso protagonista in serie A solo di 2 gol e 5 assist, complice anche l’infortunio al soleo che lo ha tenuto lontano dal campo per 8 partite. È arrivato a Napoli nell’estate 2024 dal Benfica per 28 milioni più 2 di bonus, fortemente voluto dal direttore sportivo Giovanni Manna, quando iniziava a prendere corpo l’idea dell’addio imminente di Kvara. Neres è stato utilizzato nella scorsa stagione soprattutto come esterno alto a sinistra, anche se la posizione preferita (e lo suggerisce il campo) è a destra, secondo il celebre schema dell’esterno a piede invertito. Dribbling, senso del gol e fantasia. Non appena gli è stata concessa maggiore libertà d’azione in zona offensiva, il brasiliano è risultato devastante. I suoi numeri nella gara contro la Roma sono stati eccezionali: 1 gol, xg personale di 0.65, 2 dribbling riusciti. 

centimetri—  

Le prestazioni di Neres contraddicono le nuove leggi del calcio basate sui centimetri: poco più di 1 metro e 70 d’altezza, tanto estro e il segreto di non guardare mai i difensori avversari negli occhi, testa bassa e precisione nell’inquadrare la porta. Se la previsione di Antonio Conte su Hojlund “potrebbe diventare un crack” non si è ancora avverata, quella su Neres pare di sì: è un “craque”, almeno a detta dell’amico Lang.