Rimini, 1 dicembre 2025 – Il processo a Louis Dassilva, imputato per l’omicidio di Pierina Paganelli, riparte da Loris Bianchi. Dalla coda della deposizione fiume del fratello di Manuela, la nuora della vittima, e dalle domande in controesame degli avvocati difensori dell’imputato 35enne, come sempre presente in aula, oggi in abito bianco con papillon di un rosso sgargiante.

L'imputato Louis Dassilva e i suoi avvocati, Riario Fabbri e Andrea Guidi (Migliorini)

L’imputato Louis Dassilva e i suoi avvocati, Riario Fabbri e Andrea Guidi (Migliorini)

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Loris Bianchi ripercorre la notte dell’omicidio di Pierina

Per un’altra ora circa, a partire dalle 9, Bianchi è stato ‘torchiato’ da Andrea Guidi e Riario Fabbri, le cui domande hanno sollecitato Loris nel ripercorrere ancora passo passo gli istanti del 3 ottobre 2023, quando Pierina venne uccisa. “Io, Manuela e mia nipote Giorgia abbiamo seguito l’adunanza dei testimoni di Geova dal televisore fino alle 12.45 circa. Durante la serata sicuramente Giorgia è andata in bagno, ma non ricordo per quanto tempo ci è rimasta, non vi ho prestato attenzione, così come non ricordo chi e per quanto tempo abbia utilizzato il cellulare quella sera – ha spiegato Bianchi -. Io prima di uscire mi sono intrattenuto a giocare con il cane, che non compare nelle foto che mi ha scattato mia sorella verso le 22.45, ma comunque era lì”, ha asserito sempre il testimone. A seguire, proprio l’uscita di casa di Bianchi è stata al centro di una raffica di domande tra le parti, supportate da analisi tecniche del cellulare dello stesso Bianchi, da cui sono emersi 198 passi, per 140 metri, compiuti alle 22.57.50, quando “mi sono recato alla mia automobile parcheggiata sul retro del complesso residenziale di via del Ciclamino”. Poi “per tornare a casa ho fatto una strada lunga percorrendo via Coriano (dove l’auto di Bianchi è effettivamente stata ripresa alle 23.04, ndr)”.

Monica e Marco Lunedei, legali dei figli e familiari di Pierina Paganelli (Migliorini)

Monica e Marco Lunedei, legali dei figli e familiari di Pierina Paganelli (Migliorini)

Il vicino chiamato dalla nuora la mattina dopo: “Io e Manuela ci siamo abbracciati davanti alla rampa”

Conclusa la deposizione di Bianchi, è cominciata al banco dei testimoni la staffetta tra i condomini del civico 31 protagonisti della quinta udienza del maxi processo per il delitto di via del Ciclamino. Il primo a deporre è stato l’inquilino del primo piano Ion Nastas. Il vicino moldavo che Manuela Bianchi andò a chiamare la mattina del ritrovamento del cadavere di Pierina. “Erano le 8.15 o 8.20 circa quando ero in balcone e ho sentito il campanello della porta suonare – ha ripercorso Ioan -. Ho visto Manuela che mi riferiva ci fosse una persona priva di sensi, forse morta nel vano ascensore. Forse una mia parente. A quel punto ho socchiuso la porta e ho messo le scarpe. Questione di qualche secondo in cui comunque ho sempre visto Manuela. Poi, insieme siamo andati al piano -1 prendendo le scale. Mentre siamo sulla seconda rampa, sento l’ascensore scendere e in quel momento esce Louis Dassilva, che al tempo non sapevo come si chiamasse. Louis esce dall’ascensore – ha ricostruito il testimone – e a quel punto si pone in mezzo tra me e Manuela”. Da questo punto, la ricostruzione davanti alla Corte d’Assise si avvale anche dell’ascolto delle due telefonate compiute tra le 8.26 e le 8.29 da Manuela ai soccorsi attraverso il cellulare dello stesso Ion. Telefonate inframezzate da una seconda discesa nel seminterrato in cui è stato compiuto il delitto, durante la quale Ion ricorda: “Ho provato ad accendere la luce del vano ma non funzionava, allora ho illuminato lo spazio buio con la torcia del telefonino. In quel momento Manuela si è protesa sul corpo dell’anziana e ha esclamato: ‘Oddio è mia suocera! Perché mi capitano tutte a me!’. E per quello che ho visto io, nelle occasioni in cui sono sceso di sotto nessuno ha toccato il cadavere di Pierina”.

Insistite le domande a seguire anche sulle reazioni di Manuela Bianchi all’arrivo dei soccorsi del 118 e della polizia. “Quando – ha continuato sempre il vicino moldavo – io e Manuela ci siamo abbracciati davanti alla rampa, non ricordo se è stata lei prima a farlo o io a lei (la 54enne ha riferito in incidente probatorio che sarebbe stato l’imputato a suggerirle di abbracciare Ion per confondere le acque riguardo alla loro relazione extraconiugale, ndr). Dopodiché Manuela ha abbracciato anche Dassilva, quando mi pare ci fossero ancora poliziotti presenti. E se il nostro abbraccio è durato non più di 15 secondi il loro è andato avanti per quasi un minuto direi”.

Giuliano Saponi e i familiari della vittima Pierina Paganelli (Migliorini)

Giuliano Saponi e i familiari della vittima Pierina Paganelli (Migliorini)

Saponi sul suo incidente: “Contento che continuino le indagini”

Prima di entrare in tribunale, Giuliano Saponi, figlio di Pierina Paganelli, ha detto ai giornalisti di essersi fatto un’idea su come siano andate le cose sull’incidente che l’ha visto coinvolto alcuni mesi prima dell’omicidio. “Non è una cosa sulla quale mi sono arenato o arreso. Quindi è giusto che si vada avanti”, ha riferito in merito alla recente decisione del gip di accogliere l’opposizione all’archiviazione presentata dai suoi legali. “Mi è sembrato una cosa positiva che si continui a lavorare anche su quello. Sono contento. Poi vedremo”, ha aggiunto.

“A nostro avviso era evidente, per una serie di motivi che sono stati portati all’attenzione del magistrato, che non poteva essersi trattato di un incidente”, ha detto a margine dell’udienza Monica Lunedei, legale di Saponi. “Quello che ha sollevato gli interrogativi e ha portato a ritenere come meno probabile la pista dell’incidente sono stati principalmente gli elementi emersi dal fascicolo dell’omicidio Paganelli”. “Per quanto ci riguarda è un fascicolo iscritto al modello 44 a carico di ignoti, per noi rimane tale”, ha sintetizzato il difensore di Louis Dassilva, Andrea Guidi.